L’amministratore delegato del Monza molto duro verso il Milan e altre big, le ragioni del dissenso del senatore
Il calcio italiano ha bisogno di essere riformato: è questo l’obiettivo numero uno del presidente della FIGC Gabriele Gravina che da diversi mesi è al lavoro per diverse modifiche riguardanti la nostra Serie A.
Troppi i problemi per il nostro calcio: dai mancati aiuti del Governo alla cessata possibilità di utilizzo del Decreto Crescita ai postumi, economici, del Covid.
Tra le proposte più impattanti relative a questa possibile rivoluzione c’è quella della riduzione del numero di squadre partecipanti al massimo campionato italiano, dalle attuali 20 a 18.
Una proposta totalmente divisiva: da un lato le big, in particolare Inter, Milan, Roma e Juventus favorevoli alla modifica e dall’altra le medio-piccole che, logicamente, intendono mantenere il format attuale.
Sulla proposta si è espresso una delle personalità più importanti della storia del calcio italiano, il senatore ed AD del Monza Adriano Galliani che ha aspramente criticato la posizione assunta dal Milan e dalle altre big.
Le dichiarazioni di Galliani sulla riforma, attacco alle big
Intervenuto davanti alla commissione Cultura e istruzione del Senato sulle prospettive di riforma del calcio italiano, l’ex presidente della scomparsa Lega Calcio ha lanciato una vera e propria bordata contro le big del nostro campionato: ’’Sono le loro idee ad acuire i contrasti interni alla Lega’’.
Le parole del senatore sono volte a tutelare le posizioni dei piccoli club che in caso di riduzione rischierebbero di rimanere fuori dal massimo campionato. La proposta di Galliani è quella di garantire per queste società dei ricavi in caso di retrocessione.
Galliani infatti ha affermato come, nel caso fosse stato ancora il dirigente sportivo più importante del club di Via Turati, avrebbe cercato di certo una soluzione ‘’meno rozza’’ rispetto a quella presagita dai top club del nostro campionato.
L’AD del Monza ha inoltre affermato come la mossa della possibile riduzione avrebbe come risultato l’aumento del divario, già importante, tra:’’Le prime squadre, che fatturano 500 milioni, e le ultime che fatturano 50 milioni’’.
Anche il presidente Gravina è intervenuto in Senato ed in merito alla questione relativa al numero di squadre partecipanti al massimo campionato ha affermato che la FIGC ha lasciato ampia autonomia alla Serie A in merito e che la Lega Serie A è libera di autodeterminarsi relativamente al format da adottare.