Il Milan non deve fermarsi. La convinzione maturata delle ultime settimane deve essere di slancio per il finale. Anche i numeri sostengono i rossoneri.
Chi vuol esser lieto sia, di domani non c’è certezza. La celeberrima frase del Decameron di Boccaccio può essere riadattata al presente e al futuro del Milan. Al termine delle due settimane di sosta, arriva il momento della verità dell’annata rossonera. Nessuno può sapere come evolverà la stagione della banda di Pioli, ma le ultime settimane sono un’iniezione di fiducia di cui andare fieri. I risultati recenti devono far maturare la consapevolezza dei propri mezzi all’interno dell’organico milanista.
Da inizio anno numerose polemiche sono state avanzate all’indirizzo di Leao e compagni. Il Diavolo ha sì abbandonato anzitempo l’avventura in Champions League e ha oramai perso il treno scudetto, su cui è salita vigorosamente l’Inter. Ma non tutto è ancora perduto. La bacheca di via Aldo Rossi può essere ancora arricchita e i rossoneri faranno di tutto per aggiungerci la Coppa Uefa.
Ma il Milan non spera solamente in ambito europeo. Le statistiche scrollano di dosso le tante critiche al tecnico, che può vantare un ottimo bottino anche in campionato.
Milan, i dati parlano chiaro: non tutto è da buttare
Mettendo a confronto le ultime tre annate salta all’occhio il punteggio ottenuto dai rossoneri in Serie A. Attualmente il Diavolo sosta al secondo posto a 62 punti. Riprendendo la situazione di classifica dell’anno dello scudetto, alla 29esima giornata i futuri campioni d’Italia avevano un solo punto in più. A fare la differenza lo score tra pareggi e sconfitte. Nel 2021/2022 Ibrahimovic e soci avevano racimolato 19 vittorie, sei pareggi e quattro sconfitte.
Stesso numeri di successi, cinque pari e altrettanti k.o. nella stagione corrente. Anche nella sezione differenza reti questo Milan (attualmente a +22)non ha nulla da invidiare rispetto alla squadra di due anni fa, che a questo punto del campionato si trovava a +26. Stesso numero di gol siglati ma quattro reti in più subite dai rossoneri.
Impietoso il confronto con il 2022/2023. Il Diavolo aveva dieci lunghezze in meno rispetto all’annata in corso ed una differenza reti molto più sottile (+12). Tutti numeri che mettono a tacere, seppur parzialmente, i detrattori di Pioli. La critica italiana sa essere spietata e non concede altri appelli. Il campionato passa in secondo piano rispetto alle ambizioni rossonere. Al minimo inciampo in Europa League il tecnico sa che può finire sulla graticola. Sta a lui silenziare il rumore che troppe volte si è scagliato contro di lui.