Yacine Adli si racconta. Il centrocampista francese svela i motivi che hanno portato alla sua crescita al Milan: c’entra Ibrahimovic.
C’è aria di rivalsa in casa Milan dopo il pesante ko subito in terra brianzola contro il Monza. La squadra rossonera di mister Stefano Pioli andrà a caccia della vittoria questa sera, in occasione del match di ritorno dei playoff di Europa League contro il Rennes (ore 18:45). I rossoneri, forti del largo successo ottenuto nel match d’andata, scenderanno sul manto erboso del Roazhon Park con uno scopo ben preciso: archiviare il passaggio del turno.
A poche ore dalla sfida di Europa League contro il Rennes, ha parlato Yacine Adli. Il centrocampista francese ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de ‘L’Equipe’, raccontando il suo percorso in maglia rossonera. Dopo una stagione complicata, con appena 140 minuti giocati, quest’anno Yacine Adli con determinazione e qualità si è preso un posto di rilievo nelle scelte tecnico tattiche di mister Stefano Pioli, diventando uno dei punti di riferimento del club rossonero.
Adli svela i motivi della sua crescita in rossonero
Dopo una stagione negativa, in cui le difficoltà hanno avuto la meglio, Yacine Adli adesso vanta della piena fiducia di mister Stefano Pioli. Nonostante le diverse complicanze dell’anno scorso, il centrocampista francese non ha mai mollato, facendosi largo tra le gerarchie del tecnico di Parma fino a diventare un elemento di grande importanza.
Yacine Adli si è raccontato ai microfoni de ‘L’Equipe’, cominciando prima dal periodo di difficoltà: “Ero giovane ed esposto. Sono molto maturato. Ciò che mi ha colpito di più arrivando al Milan è stata la forza dell’istituzione. Secondo l’allenatore, dovevo fare un salto tattico, come tutti i giocatori che arrivano in Serie A“.
Adli ha poi precisato: “Dovevo migliorare in difesa. E poi, al ruolo di trequartista c’erano Brahim Diaz, che stava facendo bene, e Charles De Ketelaere, che era stato il grande acquisto dell’estate. Ero in fase di apprendimento e gerarchicamente dietro di loro. Era difficile conquistare il mio posto in campo“.
La forza di Adli è stata la determinazione: “Non ho mai mollato agli allenamenti e l’intensità era massima ad ogni sessione. Non ero nella lista della Champions League e quindi a volte mi allenavo da solo, con un preparatore. Non volevo perdere tempo, dovevo essere pronto per ogni eventualità. Avevo un buon rapporto con tutti, avevo un peso nello spogliatoio, ero un punto di riferimento, anche se giocavo poco“. La scorsa estate, Adli sembrava essere ad un passo dall’addio al Milan. Determinante è stata la volontà dei dirigenti rossoneri e di mister Stefano Pioli, convinti dall’impegno quotidiano del centrocampista.
Adli ha anche svelato di aver avuto dei fitti dialoghi con mister Pioli a inizio stagione e negli Stati Uniti. Inizialmente, l’allenatore rossonero aveva invitato il giocatore francese a trovare un nuovo club, ma poi qualcosa è cambiato, sopratutto nelle scelte tattiche del Milan: “Sono rimasto nel gruppo perché lavoravo duro, preparavo i titolari e l’allenatore mi ha persino portato in tournée negli Stati Uniti. Pensava che potessi dire la mia“.
A giovare nella crescita esponenziale di Adli è stato anche l’infortunio e poi la cessione di Krunic. Una chance che il centrocampista francese ha sfruttato nel migliore dei modi. Sui progressi di Adli, c’è anche l’impronta di Zlatan Ibrahimovic: “Sono abbastanza vicino a lui. Chiunque lo conosca ti dirà che è un uomo straordinario e sicuramente un valore aggiunto nella vita di qualcuno. Riesce a analizzare bene le cose e a dare consigli mirati. Lo faceva da giocatore ed è naturale farlo da dirigente. Zlatan mi diceva: “Taci e lavora, arriverà.” Ed è successo“.
Non sono mancati gli elogi al suo connazionale Olivier Giroud: “E’ sempre stato messo in discussione e ogni volta ha dimostrato carattere e si è mantenuto ai massimi livelli. È un esempio di determinazione e perseveranza“.