Prosegue la vicenda in cui il portiere rossonero è stato vittima di cori razzista. Da Udine però un duro attacca circa il caso Maignan
Lo scorso 20 gennaio alla Dacia Arena è andato in scena un match scoppiettante fra Udinese e Milan, in bilico fino al termine della gara. Partita poi decisa da Noah Okafor, recuperato dal suo infortunio che l’ha tenuto fuori dal terreno di gioco per parecchie settimane.
Una partita ricca di occasioni e di momenti salienti, che però purtroppo verrà ricordata da un triste episodio avvenuto durante l’incontro.
Difatti verso il 25′ del primo tempo, l’estremo difensore rossonero, Maignan si è recato verso gli spogliatoi più che mai deciso ad abbandonare il campo. Ciò che gli ha portato a tale scelta, sono stati alcuni insulti razzisti riportati da alcuni presenti in Curva friulana.
Il tutto ha poi chiaramente indotto il direttore di gara ad interrompere la sfida, calmando il portiere francese e cercando di ripristinare l’ordine.
Caso Maignan: risponde Cioffi
Vicenda che non è passata inosservata, come giusto che fosse al punto che il Giudice Sportivo aveva inizialmente inflitto una “pena” di turni di squalifica per i tifosi. Dunque stadio che sarebbe rimasto vuoto per le prossime partite casalinghe dei bianconeri.
É poi stato fatto un ricorso alla Corte sportiva d’appello, da parte della società, che è stato parzialmente accolto. Tant’è che soltanto la curva resterà chiusa, ma i giocatori potranno ugualmente giovare del sostegno dei loro supporters.
Nonostante ciò, Gabriele Cioffi, allenatore dell’Udinese ha mostrato il proprio dissenso in merito alla scelta presa, restando fermo sulla sua idea iniziale.
“A prescindere per me la punizione resta troppo severa considerando che i 5 colpevoli sono stati individuati in meno di 24h, però rispettiamo la decisione, non c’è un meglio o un peggio in vista della partita”. Ha commentato il tecnico durante la conferenza stampa in vista della prossima gara di campionato contro il Monza.
Una spiegazione abbastanza chiara e netta su una mezza misura presa e di quanto forse sarebbe stato meglio invece condannare i diretti interessati, piuttosto che far sì che siano tutti a pagare. La decisione però oramai è stata presa, sperando che un segnale forte come quello attuato in questa circostanza possa esser d’insegnamento per il futuro. L’augurio dunque è quello di far sì che si evitino scenari simili a quelli visti qualche settimana fa e che si smetta d’assistere a richiami razzisti ancora al giorno d’oggi.