Gianni Rivera ha dovuto prendere le vie legali contro il Milan per un motivo ben specifico, tuttavia non si è arrivati al finale sperato.
Se si pensa al Milan si pensa a Gianni Rivera in molti dei casi, e se si pensa a Gianni Rivera si pensa alla storia scritta insieme al club rossonero e ai tanti titoli vinti. Il primo Pallone d’Oro italiano però, proprio contro il suo Milan, ha dovuto intraprendere una via scomoda per una motivazione ben precisa.
Al centro delle polemiche difatti si trovano i trofei da lui vinti col Milan, le sue foto e tanto altro che riguarda la sua storia e quella del Milan. Come molti sanno all’interno dello stadio di San Siro c’è il famoso Museo di San Siro. Museo dove è raccolto di tutto, dai trofei di squadra alle raccolte che comprendono foto e trofei dei giocatori più importanti che hanno indossato la maglia del Diavolo. All’interno, ovviamente, possiamo ammirare anche il Golden Boy rossonero. L’ex calciatore non ha gradito qualcosa.
Rivera per vie legali, il Milan ha la meglio
Nella sua ventennale storia rossonera Rivera ha avuto modo di creare episodi iconici per il club meneghino.
Uno degli ex 10 più forti della storia del calcio ha dovuto intraprendere le vie legali contro il suo Milan. Difatti Rivera ha citato in giudizio proprio il club rossonero e il Museo di San Siro, il motivo? Secondo l’ex fantasista per un’abusiva utilizzazione della propria immagine perché fatta senza il suo consenso e a scopo di lucro.
Al Museo di San Siro difatti è possibile ammirare tanto della storia Gianni Rivera al Milan, ma l’ex calciatore non ha gradito. In un primo luogo il Tribunale Civile di Milano aveva dato ragione proprio a Rivera, imponendo al Milan un risarcimento di 200mila euro nei suoi confronti. Le cose sono poi andate diversamente.
In Appello il verdetto emesso dal Tribunale è cambiato e i legali di Rivera si sono affacciati dunque alla Cassazione. Ma anche qui nulla da fare: la storia di Rivera e i suoi ricordi rossoneri rimarranno al Museo di San Siro. Per Rivera e i suoi legali si tratta di una gestione non appropriata del suo materiale, esposto senza il suo consenso e a scopo di lucro.
Tuttavia la Cassazione spiega che tale esposizione non è “strumentale a pubblicizzare altri eventi della società” e non è stato definito neanche a scopo di lucro poiché l’entità del prezzo del biglietto da pagare per visitare il Museo, di appena sette euro, è considerata “Una cifra di entità modesta e giustificata a ricoprire i costi della società“. Infine la Cassazione fa sapere che è importante l’esposizione di Rivera nel Museo poiché è “di utile importanza per far sapere ai giovani indirettamente la storia di quei campioni che non hanno potuto vivere direttamente“.