Il Milan è chiamato a dare continuità ai risultati positivi nella prossima sfida contro il Bologna. Sul futuro e sulle ambizioni stagionali del Milan si è espresso Alessandro Florenzi.
Finora la stagione del Milan è stata ricca di alti e bassi. I rossoneri hanno faticato a trovare la giusta continuità in stagione, anche complice i tanti infortuni che hanno decimato l’organico di Pioli.
Nelle ultime uscite, i rossoneri hanno dato qualche segnale di ripresa e crescita. La seconda parte di stagione è appena cominciata, e Florenzi ha parlato dei possibili obiettivi e non solo.
Florenzi a tutto tondo: dai compagni di squadra fino alle ambizioni stagionali
Alessandro Florenzi è uno dei leader carismatici di questo Milan. L’italiano ha addirittura trovato uno spazio discreto in stagione, anche a causa dei vari infortuni che gli hanno concesso maggior minutaggio. Nonostante Florenzi sia relegato ad un ruolo di riserva, che all’occorrenza può tornare utile in diverse posizioni del campo, non ha mai speso alcuna parola fuori posto.
Al contrario, il giocatore italiano si è esposto sempre con belle parole verso i suoi compagni di squadra e l’allenatore, dimostrando tutta la sua immensa maturità. Florenzi ha concesso un’intervista a Sportmediaset, dove ha toccato svariati temi, tra cui i suoi compagni di squadra: “Abbiamo tanti leader, tutti diversi, compreso me. Forse è questo il segreto, averne tanti con caratteristiche diverse”. Il rossonero si è poi esposto sulle ambizioni stagionali del Milan: “Innanzitutto bisogna fare i complimenti a Juventus e Inter per questo percorso quasi netto. Noi facciamo il nostro percorso e verso marzo-aprile vedremo a che punto saremo. Europa League? il Milan non l’ha mai vinta, no? Perché non deve essere un obiettivo allora, sta lì”.
Infine Florenzi è tornato sullo spiacevole episodio di Udine che ha visto coinvolto Maignan: “Uscendo dal campo ci siamo presi una grande responsabilità ma siamo stati vicini a Mike: se non ci avesse detto che era pronto per rientrare, non lo avremmo fatto. Dopo la partita ne abbiamo riparlato tra di noi e come squadra ci siamo fatti i complimenti per come abbiamo gestito la cosa. Non basta più dire ‘stop al razzismo’, servono gesti concreti che possano andare anche contro la cosiddetta ‘legge del campo”.