Dopo la sentenza del giudice sportivo in merito ai gravissimi insulti razziali diretti a Mike Maignan, l’Udinese ha spiazzato tutti con una decisione che sta facendo discutere molto in questi minuti.
Ormai ne hanno parlato ovunque, nel corso del primo tempo del match di sabato sera fra Udinese e Milan, i protagonisti in negativo sono stati i tifosi friulani. I gravissimi insulti razziali seguiti poi dal verso della scimmia sono comportamenti che nel 2024 non possono più entrare negli stadi. Qui non si parla di un fenomeno nazionale, ma di una linea globale e di un pugno duro nei confronti di chiunque tenga questi atteggiamenti incresciosi.
La decisione del portierone francese fa riflettere e deve far scattare qualcosa a tutti. Abbandonare il campo e rinunciare a giocare in quel clima, poteva anche costare caro ai rossoneri, con la seria possibilità di perdere la partita a tavolino, ma nessuno ha esitato un attimo. Adli ha raggiunto subito Mike negli spogliatoi e poi Theo ha richiamato tutta la squadra ad uscire dal terreno di gioco per stringersi attorno all’estremo difensore, dimostrando ancora una volta come la compattezza di gruppo sia fondamentale anche per affrontare episodi sgradevoli come questo.
Da sottolineare anche la sensibilità – e non è da tutti, anzi – dell’arbitro Maresca che sin da subito a detta sua, si è sentito il fratello maggiore di Maignan, immedesimandosi in lui ed interrompendo la partita per 5 minuti. Quello che lascia basiti non è solo l’indifferenza di Balzaretti, che quasi sorpreso se ne esce con un “da qua gli insulti non si sentono” – mettendo in dubbio la buona fede del francese – ma anche la scelta del capitano dell’Udinese, Pereyra a non abbandonare il campo ma al contrario di lamentarsi con il direttore di gara.
La decisione del giudice sportivo ha stupito tutti. Chiusura totale dello stadio nella prossima partita casalinga dei friulani. Segnale forte, fortissimo, come mai prima d’ora. È un duro colpo per le casse della società ma non solo, anche dei tifosi, che non potranno supportare la loro squadra del cuore in un match importante come quello contro il Monza di Palladino.
Non possiamo però che abbracciare questa sentenza. Il comportamento ripugnante degli insulti è stato seguito da una bordata di fischi al rientro in campo di Mike Maignan. In quel momento, il tifoso – che sia di questa o di quella squadra – si deve unire in un applauso forte, fortissimo, come a dire “noi siamo con te”. Non è stato così e questo aspetto non sarà passato inosservato al giudice.
Come testimoniato dall’account ufficiale X di Gianluca Di Marzio, l’Udinese sarebbe contrariato e nonostante condanni gli atteggiamenti dei tifosi coinvolti, si smarca completamente da loro, presentando un ricorso contro la sanzione di una gara a porte chiuse. Una rivelazione scioccante e che fa riflettere, non solo per l’insensibilità verso un ragazzo, ma anche per una questioni di princìpi morali.