Attacco a Rafa Leao: il portoghese, fin qui, non sta convincendo e le risposte stanno tardando ad arrivare.
Rafael Leao, all’inizio della stagione corrente, ha voluto caricarsi sulle spalle una responsabilità non indifferente. Il portoghese ha cambiato numero di maglia: dal 17 al 10. Una scelta non di poco conto dato che il numero dei campioni è stato rappresentato da gente come Rui Costa, Seedorf e prima ancora da Rivera e Gullit.
Il Milan non sta vivendo la miglior stagione e già lo scorso anno erano apparsi i primi segnali di grande difficoltà dopo lo scudetto della stagione 2021/22. Soltanto con la penalizzazione rifilata alla Juventus, la squadra di Stefano Pioli, nell’ultima annata, è riuscita a qualificarsi in Champions League.
Una competizione in cui i rossoneri non hanno di certo brillato e che per forza di cose hanno portato Pioli ad accontentarsi della retrocessione in Europa League, a sua detta nuovo vero e proprio obiettivo stagionale del Milan.
Ieri sera il Milan si è fermato di nuovo in campionato, all’Arechi contro la Salernitana e ciò ha scatenato l’ira dei tifosi milanisti, stufi di una stagione intervallata vertiginosamente da alti e bassi. Luigi Garlando, giornalista de “La Gazzetta dello Sport”, ha analizzato la prestazione della squadra e di Rafael Leao.
Attacco a Leao: “Non basterà portarsi le mani alle orecchie”
L’attaccante portoghese è stato duramente criticato da Garlando che ha voluto sottolineare quanto un calciatore, dal talento innato come lui, non stia riuscendo ancora ad imporsi in partite del genere in cui serve la giocata del fuoriclasse per risolverle e portare a casa punti fondamentali. In questa stagione, sfortunata anche sul piano fisico, il Milan non è riuscita ad affidarsi a nessun beniamino ma a consegnarsi alle squadre. Anche la lunga squalifica di Giroud e il ritorno di Jovic sul piano fisico e mentale tardivo non hanno giovato alla società rossonera.
Secondo il giornalista non servono le influenze dirigenziali per poter risolvere una partita ma il talento in campo: “La magia non deve trasmetterla Ibracadabra dalla tribuna, ma Leao in campo, che è il più bravo di tutti e partite così deve deciderle da solo”. La speranza è quella di essere ancora in tempo per dare delle risposte serie prima a sè stesso, in vista di Euro 2024 e poi a squadra e tifosi. “Segnare al Sassuolo e portarsi le mani alle orecchie non basterà” – conclude il giornalista.