L’allenatore del Torino, Ivan Juric, ha rilasciato delle dichiarazioni nel postpartita sul match disputato contro il Milan. Le sue parole!
Ivan Juric si è espresso sulla disastrosa sconfitta della sua squadra contro un Milan che è parso straripante in tutti i ruoli. Ottima vittoria per i rossoneri che adesso si portano a 6 punti conquistati su 6 disponibili. Juric ha notato un divario clamoroso tra le due squadre ed ha commentato anche i rigori concessi ai rossoneri. Le sue dichiarazioni!
Per l’allenatore del Torino non c’è stata partita. Il Torino è stato surclassato da un Milan straripante. Il divario tra le due squadre è stato gigante a prescindere dai due rigori a favore dei rossoneri. Per Juric oggi i giocatori in campo della squadra rivale avevano una gamba diversa, dotata di grande forza fisica e pronti per dominare il match.
Divario enorme, non c’è stata partita. Prima volta che il mio Torino fa una partita così, divario gigante a prescindere dagli episodi. Abbiamo fatto sempre belle partite ma oggi loro avevano una gamba diversa, loro hanno giocatori moderni, grande forza fisica. Noi dobbiamo andare al massimo, ogni giocatore deve andare al massimo. Oggi in molti hanno reso normalmente e si creano serate come questa. Basta abbassare un po’ il livello e rischi tanto.
Secondo Juric, questo Milan è pronto per affrontare al meglio la Champions League di questa stagione. L’allenatore ha proseguito descrivendo le caratteristiche tecniche dei calciatori rossoneri e criticando la propria squadra per la brutta partita disputata.
Hanno giocatori con caratteristiche europee, vanno forte, tanta gamba, giocano ad un ritmo più veloce. Sono più forti dell’anno scorso e chi c’era prima è maturato, come Leao, Theo e Tomori. Noi poca verticalità? Non abbiamo mai saltato l’uomo, anche se c’erano spazi per far bene, ho visto troppa differenza.
L’allenatore dei granata ha voluto ricordare anche i rigori assegnati ai rossoneri nonostante la pesante sconfitta subita.
Due rigori? Quando perdi così non ci si sofferma sugli arbitri, non voglio parlarne.