Ivan Gazidis, ex amministratore delegato del Milan, è stato intervistato da Business of Sport: tanti i temi trattati dal dirigente.
A pochi giorni dall’inizio del nuovo Campionato di Serie A, quando il Milan affronterà il Bologna all’Dall’Ara lunedì’ 21 agosto alle ore 20:45, ai microfoni di Business of Sport è stato intervistato Ivan Gazidis, ex amministratore delegato della squadra rossonera.
Gazidis è stato alla guida del club rossonero dal 2018 al 2022, vivendo così l’anno del 19° Scudetto. Dice addio al Milan nel dicembre del 2022.
Intervista Gazidis, dallo scetticismo allo Scudetto: le parole
Con Gazidis, il Milan è riuscito a riportare nella sponda rossonera lo Scudetto, dopo il duello diretto con i cugini nerazzurri. Tanti i temi trattati durante l’intervista, dal suo arrivo allo Scudetto appunto. Di seguito le sue parole:
San Siro è uno stadio che, nonostante sia bello e storico, è in condizioni non eccellenti, con delle aree che per quanto pericolose sono chiuse al pubblico. Gli accessi per i disabili sono pochi e i bagni è meglio evitarli, specialmente per le donne.
Elliot subentrò ai cinesi la vecchia proprietà non fu in grado di ripagare i debiti che si era creata per acquistare il club. Mi ricordo una delle prime partite, perdevamo 0-3 in casa e la curva sud abbandonò lo stadio durante la partita. Il club perdeva circa 150 milioni di euro all’anno. Nonostante un mercato molto costoso, il rendimento della squadra in campo non era di alto livello, quindi ci furono un sacco di sfide per noi. Elliot ha rivoluzionato completamente il management, sia a livello sportivo che commerciale, e da lì abbiamo avuto subito tanto da fare per sistemare la squadra.
Ho cercato subito di abbassare il monte ingaggi, perché non potevamo permetterci di perdere tutti quei soldi, al contempo però dovevamo anche migliorare il rendimento in campo. Abbiamo assunto Moncada, un capo scout di livello mondiale, e un team di osservatori esperti, unendo queste due cose abbiamo ottenuto subito risultati eccellenti. Dopodiché abbiamo individuato Paolo Maldini come direttore sportivo, mi ha subito impressionato. Paolo non solo ha portato il suo carisma, ma è stato in grado di creare dei veri e propri rapporti padre-figlio con i giocatori più giovani.
Il primo anno abbiamo venduto e addirittura lasciato andare via a 0 alcuni dei nostri giocatori. La gente era scettica, ma noi li abbiamo avvisati che avremmo comprato dei giocatori giovani che sarebbero diventati forti. Ho sentito la pressione da parte dei tifosi. Però bisogna far capire alla gente che quello che stai facendo è giusto.
Il momento più iconico per me rimane lo Scudetto vinto con il Milan. Tutta Milano è stata chiusa, e non potevamo muoverci con il pullman. Cinque ore per fare poco più di un chilometro, e abbiamo concluso in Piazza del Duomo, in centro. Chiunque sia stato lì quella giornata non la dimenticherà mai per il resto della propria vita.