Definizione di “leader”: Zlatan Ibrahimovic

È difficile trovare parole sufficienti a spiegare quanto Zlatan Ibrahimovic abbia dato al calcio e, specialmente, al Milan. Questo perché guadagnarsi la fiducia di un’intera tifoseria, pur avendo militato tra le fila della sua più grande rivale, non è affatto facile. Ancor meno, lo è guadagnarsi il loro amore incondizionato.

Eppure, Zlatan è sempre stato capace di rendere possibile l’impossibile: senza dover necessariamente andare troppo in là nel passato (di successi grandiosi ne ha conquistati a palate nel corso degli anni, non occorre precisarlo), la sua seconda parentesi rossonera ne è l’esempio perfetto.

Milan Ibrahimovic Ritiro

A quasi 39 anni, ha dato coraggio ad un gruppo di giovani ragazzi spaesati e ad un ambiente tremendamente demoralizzato, reduce da una delle ere più buie della sua storia. Dapprima, ha riportato il Diavolo a casa sua, nell’Europa che conta, in Champions League. Poi, non soddisfatto, ha persino regalato al club uno Scudetto che mancava da ben 11 anni (all’epoca, tanto per cambiare, c’era stata anche la sua firma): un’impresa realmente impensabile fino al momento del suo ritorno.

Rimane un leggero rammarico per quest’ultima stagione, vissuta più in infermeria che nel suo habitat naturale, in battaglia sul campo, ma nulla potrà mai macchiare una carriera così sensazionale.

Le lacrime, sia sue che di San Siro, durante la cerimonia di addio e l’inatteso annuncio del ritiro dal calcio giocato, infine, non ci lasciano dubbi sul quesito posto in precedenza. Lo sanno tutti gli amanti di questo sport, da Malmö fino a Milano, passando per Amsterdam, Torino, Barcellona, Parigi, Manchester e Los Angeles: su tutti i vocabolari, accanto alla definizione di “leader”, ci sarà scritto per sempre “Zlatan Ibrahimovic”. Ci mancherai leggenda.

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