Pobega: “Le notti di Champions a San Siro mi hanno emozionato!”, poi il commento su Pioli

Tommaso Pobega, centrocampista dei rossoneri, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Carlo Pellegatti, per StarCasinòSport, nella quale ha commentato la stagione che sta per concludersi, ha raccontato le emozioni vissute nelle notti di Champions e ha elogiato mister Stefano Pioli.

Di seguito quanto dichiarato:

Sull’approdo al Milan:

Io il giocatore numero 1001 della storia del Milan? Non lo sapevo, ma è una cosa carina. Questi aneddoti numerici sono belli. Cercherò di fare il meglio possibile. Quando mi dissero che sarei andato al Milan fu una notizia bellissima: i miei volevano tenermi un po’ all’oscuro finché non c’era qualcosa di concreto per non crearmi false aspettative. Ma quando poi l’ho saputo è stato un sì immediato: mia mamma era un po’ spaventata di mandarmi a quattro ore di distanza, ma io l’ho sempre presa come una sfida ed ho trovato un ambiente magnifico.

Sul legame tra Trieste e il Milan:

C’è un legame. Io giocavo insieme al fratello di Petagna e, vedendo lui, avevo questo legame tra Trieste e il Milan.

A quale giocatore ti ispiri?

Sono sempre stato centrocampista, correvo da tutte le parti. Come idolo avevo Schweinsteiger: ero biondissimo come lui e cercavo di immedesimarmi in lui.

L’esperienza al Milan dalle giovanili fino ad oggi

Pobega in campo durante Milan-Torino
FOTO: Tommaso Pobega (IMAGO)

Gli inizi:

All’inizio avevo timore e spavento, c’era Bertuzzo come allenatore. Avevo ansia di sapere come andasse e fortunatamente è stato un bellissimo percorso.

Come giocare a calcio e studiare allo stesso tempo:

Tanto lo devo ai miei genitori, mi hanno dato un’etica di studio forte come tassello importantissimo della crescita di una persona; è nato all’inizio un po’ per non deluderli, poi. è diventata ambizione mia. Ho scelto la tesi su Fondazione Milan perché mi era piaciuto l’esame e il relatore e mi piaceva questa ottica di una società che non è solo un numero a bilancio, ma per tutto un contesto che c’è dietro; il Milan è esempio forte in questo.

Sulla paura di non tornare al Milan dopo le varie esperienze in prestito:

Mentirei se dicessi di no, ma è sempre stato un percorso e la società è stata sempre molto chiara. Volevo i trasferimenti, perché volevo crescere e migliorare. Percorso condiviso da me e dalla società.

Un resoconto di questa stagione:

Conoscevo l’organizzazione e tutto ciò che deve fare un giocatore per arrivare pronto a tutti gli impegni e questo l’ho ritrovato. Ho trovato un gruppo – sia staff che giocatori – di altissimo livello. L’aspettativa è alta, ci sono tutte le cose giuste per rispondere a tutte le aspettative. Devo migliorare nella lucidità delle scelte, nei passaggi, evitare errori banali. Sono uno generoso, cerco di dare tutto, di aiutare i compagni.

Gol più bello?

Secondo me quello con la Roma me lo sono goduto di più… Con la Dinamo è stato un vortice di emozioni e non ho capito niente; nelle interviste mi chiesero di descrivere l’azione del gol e non me la ricordavo. Con la Roma ero più consapevole, mi ricordo cosa ho pensato. Dopo il gol ho alzato lo sguardo, ho visto la Curva in delirio ed è stato bellissimo.

Il commento di Pobega sui vari allenatori avuti in carriera: c’entra Pioli!

FOTO: Pobega Milan (IMAGO)

Ho avuto la fortuna di avere allenatori diversi, che mi hanno arricchito sotto tanti punti di vista. È stato questo il bello. Con Italiano, al primo anno in Serie A, ho lavorato tanto nella postura del corpo, a livello tecnico, andare a chiudere sul secondo palo, come accompagnare l’azione. Con Juric lavoro più fisico, che migliora in consapevolezza giocando sempre in uno contro uno. Pioli ha un atteggiamento diverso: lui mi sta aiutando tanto nel cercare l’aspetto da migliorare, quando migliorarli o quando lavorare più sul recupero fisico, considerando i tanti impegni.

Cosa ti ha sorpreso di questo Milan?

È innegabile che siamo una squadra che non molla, che ha lottato, che si è unita in partite difficili spingendo verso l’obiettivo. A malincuore ci siamo dovuti fermare in semifinale di Champions, ma è stato un percorso bellissimo. Le serate a San Siro sono state emozionanti, in un clima veramente magico. Sarebbe un sogno essere il triestino che porterà la seconda stella al Milan.

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