Per l’ennesima volta in questa stagione, il Milan ha perso punti contro una squadra sulla carta inferiore. Dopo la brutta sconfitta di Firenze e l’adrenalina acquisita grazie all’accesso ai quarti di finale di Champions League, infatti, tutto l’ambiente si aspettava un qualcosa in più che un semplice pareggio contro la Salernitana.
Più che il risultato, fa preoccupare la prestazione e l’atteggiamento messo in campo dai rossoneri. Dentro tutto l’arco di febbraio – ad eccezione del derby perso con l’Inter – Pioli ha dimostrato di aver trovato la giusta quadra con il cambiamento della difesa a tre, collezionando solo vittore con clean-sheet. Oltre agli ottimi risultati, il Milan ha dimostrato in quel periodo di essere una squadra solida con grande organizzazione e, soprattutto, in grado di occupare il campo in maniera eccezionale. Tutto questo ieri sera non ha funzionato.
Il Milan non ha lavorato bene con i reparti, troppi errori di leggerezza
In una partita dove il Milan doveva far capire sin dal calcio d’inizio di essere una squadra nettamente superiore, qualcosa è andato storto. L’aspetto che deve maggiormente far preoccupare Stefano Pioli è la distanza tra i reparti dove, in più occasioni, i giocatori in campo hanno sbagliato scelte concettuali.
Tralasciando i gravi errori individuali di Thiaw, sono da segnalare con la matita rossa le uscite dalla linea non corrette di Tomori, il quale ha lasciato un buco in area di rigore, sfruttato alla perfezione da Dia. Anche all’81’ il difensore inglese sbaglia la lettura, facendosi attirare troppo dal pallone in possesso dell’ex rossonero Piatek.
Troppa ricerca nella giocata singola, mai come ieri sera
Oltre all’aspetto difensivo, perfino i tre davanti non hanno funzionato. Anche in questo caso è mancato il lavoro di reparto, con tutti e tre i giocatori che hanno cercato insistenza una giocata individuale. Nello specifico, Rafael Leao può e deve dare di più: meno testa chinata per cercare la grande giocata e più lavoro di squadra. In una partita come quella di ieri – contro una difesa così chiusa – era necessario girare il pallone con più velocità, proprio per far muovere la squadra avversaria e trovare spazi.
Il Milan è tornato grande grazie ad una compattezza ritrovata tra tutti i reparti: per la lotta al secondo posto ed il proseguo della Champions League, certi tipi di distrazione non sono più ammessi. La partita al Tottenham Hotspur Stadium deve essere l’esempio su cui lavorare per un finale di stagione ancora tutto da scrivere.