Abate da brividi: “Un onore indossare la maglia del Milan”, poi la frase su Galliani e Gattuso

Intervistato per la rubrica “Mister si nasce”, in onda su Sportitalia, Ignazio Abate, ex calciatore del Milan e ora allenatore della formazione Primavera, ha ripercorso le tappe dell’interminabile rapporto con il Diavolo.

L’avventura in prima squadra pose le sue radici dal primo incontro con Adriano Galliani:

I miei ricordi di lui risalgono quando mi fece i complimenti durante una finale scudetto Primavera. Con il dottor Galliani ho un rapporto di grande stima e di grande affetto. Quel Milan era una squadra incredibile ed un gruppo di giocatori top. Lui mi ha sempre accompagnato nel corso della mia carriera, anche quando andai a giocare in prestito. Tutto è stato molto veloce. L’esordio è stato emozionante. Sono ricordi che resteranno indelebili. Dopo pochi giorni ci fu anche il debutto in Champions. Fu un’annata molto importante”.

L’ex terzino riuscì a coronare il suo sogno all’età di 23 anni, nella stagione 2009-2010:

“Il Milan era la squadra più forte al mondo. Era un sogno indossare quella maglia. Era un gruppo di un altro pianeta. Il salto era tanto grande. Era giusto fare il mio percorso di crescita per maturare. Ora i giovani pretendono tutto e subito. Ma ci vuole sempre tanto sacrificio, ed il passaggio in categorie inferiori serve a farti le ossa. C’è sempre qualche eccezione, ma non è una vergogna fare la gavetta e giocare in campionati inferiori”.

Abate intervista Milan

Milan, Abate a cuore aperto: “Eravamo un gruppo unito”

L’attuale tecnico della Primavera ha successivamente ricordato le amicizie strette durante il periodo passato a Milano:

Quando tornai in pianta stabile al Milan, mi avevano preso in simpatia. Mi hanno accolto benissimo. Hanno visto la mia bontà, la mia umiltà. Sono stati grandi campioni specialmente nella vita, oltre che nel calcio. Rino (Gattuso) è stato il mio esempio da seguire per come interpretava questa professione. Quel gruppo viveva per questo lavoro.e per ottenere risultati la domenica. Era un gruppo unito. Poi ovviamente qualche schiaffone da Rino l’ho preso, ma è stata una fortuna averlo nel mio percorso, anche come allenatore. Con Ibra è nata un’amicizia molto semplice, molto naturale, che è cresciuta col tempo. I momenti più belli erano quando, in ritiro, restavamo a tavola a prenderci in giro. Era bello perché eravamo un gruppo affiatato con tanta voglia di restare insieme”.

Un altro componente di quel gruppo speciale è Alessandro Nesta, figura descritta come segue da Abate:

Sandro è stato fondamentale nel mio percorso di crescita. Giocando insieme a lui ho avuto tanta consapevolezza. Ho avuto bisogno di lui per crescere. E’ stato un punto di riferimento”.

Al termine della stagione 2018-19 l’ex capitano salutò la realtà che l’aveva allevato per dieci lunghi anni. Un ricordo indelebile così descritto:

Non mi sarei aspettato il saluto di San Siro non me lo sarei aspettato. Sapevo di dover lasciare il Milan, anche se speravo fino all’ultimo di far ricredere la società. Fu Rino che lo comunicò nella conferenza pre partita. Soffrivo di pubalgia, e le ultime settimane mi allenavo solo il sabato. Quella settimana, fino a venerdì, stavo malissimo. Il sabato pensavo di non rimanere in ritiro perché stavo molto male. Verso mezzogiorno pensavo di dover andare a casa. Ma Rino mi ha detto ‘cambiati che domani giochi’. Se ho vissuto quella giornata è merito suo”.

Gestione cookie