All’alba della tredicesima sfida di campionato, il Milan viaggia al terzo posto, a meno 6 punti dal Napoli. In Champions, i ragazzi di Pioli sono riusciti a raggiungere una fondamentale qualificazione agli ottavi, che mancava da otto anni.
Il merito va sicuramente ai giocatori, soprattutto a quelli del “vecchio blocco”. Il motivo? Gli altri (i nuovi arrivati), non hanno avuto molte occasioni per dimostrare il loro valore.
Come analizza la Gazzetta dello Sport, se non fosse per De Ketelaere, essi quasi scomparirebbero delle rotazioni di Pioli. In questa prima fetta di stagione, infatti, il trequartista belga è l’unico acquisto estivo presente nella top 10 dei più utilizzati dall’allenatore.
L’avvio promettente ha illuso i tifosi su un decollo immediato, poi CDK è scivolato indietro: 763 minuti in campo tra A e Champions, poco meno di Maignan e Tatarusanu, che si sono divisi la porta (810 minuti ciascuno). Gli intoccabili alla Tomori viaggiano quasi al doppio della velocità: 1392 minuti.
Molto più indietro, invece, galleggiano gli altri: Origi (335′), in rimonta dopo gli infortuni dei primi mesi, ha appena iniziato a fare sul serio, mentre Dest (339′)non ha sfruttato l’assist che gli equilibri delle liste Uefa gli avevano servito.
A differenza dei “tagliati” Adli (114′), Vranckx e Thiaw, il laterale ingaggiato in extremis per rimpiazzare Florenzi ha avuto spazio in Champions (anche da titolare, dopo il ko di Calabria) ma si è ritrovato comunque seconda scelta: Pioli ha puntato su Kalulu e il Milan di coppa ha svoltato.
This post was last modified on 4 Novembre 2022 - 12:20