Il Milan di Stefano Pioli è da anni una certezza del calcio italiano. Il gioco propositivo e verticale dei rossoneri è diventato un marchio distintivo in tutto il panorama internazionale, tanto che gli elogi per i Campioni d’Italia non sono mancati da giornalisti e tifosi di tutto il mondo.
In occasione della sfida tra Milan e Monza, La Gazzetta dello Sport ha raggiunto e intervistato Ruben Buriani. L’ex giocatore è, infatti, un doppio ex della partita, dato che ha vestito la maglia dei biancorossi in C nel 1974 e tre anni dopo ha calcato il prato di San Siro con i colori del Diavolo.
La sfida di Buriani da ex
Buriani è stato uno dei pochissimi ad aver già vissuto questa sfida nel 1981, quando le due squadre si sono affrontate in Serie B. ”Della gara d’andata ho ricordi chiarissimi”, ha esordito l’ex calciatore, ”Lo stadio del Monza, che non è più quello di oggi, era gremito. Vincemmo noi del Milan per 2 a 1. Era una squadra che risentiva ancora della retrocessione per lo scandalo scommesse, all’inizio non avevamo chiara la fatica che avremmo dovuto fare per risalire.”
Buriani è portatore di dolci ricordi per i milanisti, vista la sua doppietta nel derby contro l’Inter del novembre 1977, che si è poi concluso per 3-1 a favore dei rossoneri. L’ex calciatore ha poi alzato al cielo nel ’79 lo scudetto della prima stella, una speciale coincidenza visto che il Milan è in corsa quest’anno per agguantare la seconda.
Il pensiero sulle prospettive del Milan
Alla domanda sulle speranze rossonere di vittoria del campionato, Buriani ha risposto così: ”Assolutamente sì, questo Milan ha la forza per competere ancora per il titolo. Occhio all’Atalanta che non ha più le coppe europee e che dimostra con i fatti di meritare di stare lassù. E poi il Napoli, in questo momento un meccanismo.”
L’ex rossonero ha poi concluso l’intervento sul Milan strizzando l’occhio a Pioli in chiave europea: ”Riesce a stupirmi ancora, gioca un ottimo calcio, ha formato un gruppo ben amalgamato. E per un obiettivo così non manca molto, la squadra è giovane ma ha già saputo essere competitiva in grandi stadi. Ha fatto vedere il suo marchio, la sua identità, il suo valore.”
FEDERICO LUIGI DI MINGO