Olivier Giroud, è stato intervistato da L’Equipe, quotidiano sportivo francese.
L‘attaccante rossonero ha raccontato questo inizio stagione tra Milan e Francia, di seguito le sue parole:
Sul suo periodo al Chelsea: «Ricordo un periodo con Frank Lampard. Era difficile. Non ho giocato molto. Ero molto vicino all’Inter a gennaio 2020, ma alla fine sono rimasto e lui ha deciso di farmi giocare, facendo otto gol nelle ultime dieci partite di campionato. Ricordo il primo di questa serie. Fu contro il Tottenham (2-1). Apro le marcature con un tiro al volo che si incastra tra il palo e Hugo (Lloris). Lampard mi fa rivivere e prendiamo il 4° posto che è la qualificazione alla Champions League, che poi abbiamo vinto»
Sulla stagione al Milan: «L’ho sempre detto: finché avrò le capacità fisiche, finché il mio corpo me lo consentirà, cercherò di raggiungere il livello più alto. Nella mia testa ho sempre questa grande motivazione. Due anni fa ho detto altri due anni… ma ora sto ancora molto bene. Sono ancora lì. Andrò a scadenza a fine anno. Vedremo. Ma non mi fisso dei limiti»
Sull’inizio di stagione: «Sono tornato dalle vacanze in ottima forma dopo aver ricaricato le batterie. Il nostro finale di stagione è stato difficile nella lotta con l’Inter per lo scudetto. L’abbiamo cercato e l’abbiamo raggiunto. Dopo il titolo, questa stagione sarà difficile perché dovremo confermarci. Abbiamo iniziato bene in campionato. Ho anche iniziato bene con quattro gol (più un assist) in otto partite di Serie A e un altro in Champions»
Sulla delusione per non essere stato convocato a giugno dalla Francia: «Potrebbe essere stata una benedizione sotto mentite spoglie. Come ho detto, stavo uscendo da un finale difficile con il Milan per lo Scudetto. Ho compensato questa frustrazione di non essere stato chiamato al Blues con un lungo periodo di riposo e molto tempo con la mia famiglia. Con l’esperienza sapevo che il periodo che ci aspettava, con partite ogni tre giorni tra Serie A e Champions League, sarebbe stato complicato»
Sulla possibilità di andare al Mondiale: «Non ho una percentuale da dare. Ho dimostrato ciò che doveva essere dimostrato. Ho fatto del mio meglio per essere lì. Ora penso al Milan»
Sull’essere leader: «Mi sento come un anziano che può ancora contribuire. Spero anche di essere un fratello maggiore che vuole sempre trasmettere e condividere la sua esperienza con i più piccoli. È quello che faccio anche al Milan»
Tatiana Digirolamo