È stato spesso troppo facile prendersela con lui. È stato spesso troppo facile usarlo come capro espiatorio quando, delle volte, le cose non giravano. Eppure Gabbia è sempre lì, con il sorriso e l’educazione che lo contraddistinguono, sempre pronto per il Milan. Il suo Milan.
Perché lui, da tifoso milanista che ha avuto l’onore di crescere nella squadra del suo cuore dalle giovanili fino alla prima squadra, proprio non ne vuole sapere di mollare adesso. Ora che è lì, dopo tanta gavetta, dopo tanto sudore. E in silenzio aspetta sempre la sua occasione.
In estate poteva lasciare i rossoneri per trovare maggiore spazio altrove, con la Sampdoria alla finestra. Ma la sua volontà era chiara, e per sua fortuna era dello stesso parere anche Pioli: “Tu resti qui con noi“. Quello stesso Pioli che difficilmente si lascia andare a particolari elogi per i suoi giocatori, ma che proprio per Gabbia ha fatto un’eccezione: “È perfetto in tutto“, ha detto nella conferenza pre-Monza. E, forse, un motivo ci sarà.
Il gol in Champions contro la Dinamo Zagabria è stato il coronamento di un sogno per un ragazzo che – è giusto ricordarlo – ha ancora soltanto 23 anni, eppure già si muove e si comporta da veterano. Nelle ultime settimane è entrato a pieno regime nelle rotazioni difensive rossonere, e lo ha fatto dando grandi risposte in termini di crescita tecnica, tattica e caratteriale.
Qualcuno canterebbe:
“…In questo mondo di eroi
Nessuno vuole essere Gabbia…“
Invece Matteo Gabbia è un grande motivo d’orgoglio per il Milan e per i milanisti. È la storia di un tifoso passato in pochi anni dagli spalti al prato di San Siro per difendere la sua squadra del cuore. Aspettando sempre il suo momento, con il sorriso stampato in faccia e senza mai avere fretta. Perché quando ami davvero qualcosa è così, devi essere disposto ad aspettare: dopo sarà ancora più bello.