Giroud si gira ancora, Leao fa l’alieno: il Milan affonda l’Inter e rimane la squadra da battere

Novantasei minuti di battaglia. Così si potrebbe riassumere Milan-Inter di ieri sera. È stato uno dei derby più belli e intensi degli ultimi anni, ricco di gol, sfottò e scontri a tutto campo – senza mai sconfinare negli eccessi.

È stata una partita per lunghi tratti dominata da un Milan bello, in pieno controllo ed estremamente efficace grazie ai suoi fuoriclasse, Maignan e Leao su tutti. Il campione portoghese non aveva mai segnato contro l’Inter: un dato che negli ultimi giorni gli era stato rinfacciato spesso, e lui ha risposto con una doppietta – il secondo gol è da incorniciare – e un assist al bacio per Giroud.

Milan Inter Leao

Sì, proprio quel Giroud che “si è girato” a febbraio e si è rigirato anche ieri sera, sempre sotto i suoi tifosi. Gol e assist anche per lui: un attaccante fenomenale, che lascia sempre il segno quando conta (e c’è chi ancora lo critica…).

Una partita che i rossoneri hanno vinto nei singoli e nel collettivo. Perché non si può non sottolineare l’ennesima super prestazione di Mike Maignan, che contro l’Inter ha dimostrato – qualora ce ne fosse ancora bisogno – di essere il miglior portiere in Italia nonché, al momento, uno dei più forti in assoluto. Così come non si può non citare Tonali, Bennacer o Theo Hernandez. Perché la squadra di Pioli si muove all’unisono come un’orchestra perfetta, in cui il lavoro di tutti contribuisce a creare un’unica, grande sinfonia.

Milan Inter derby

Che bel derby è stato, e che splendida cornice di pubblico: un San Siro colorato, vibrante…vivo. Una partita vinta dai rossoneri anche sugli spalti dove, come sempre, la Curva Sud ha lasciato tutti a bocca aperta con una coreografia da applausi. Perché questa squadra sa di poter sempre contare sul proprio dodicesimo uomo.

Nel frattempo il Milan vince (ancora), convince, e va avanti. Più forte delle critiche e delle parole di chi continua a sottovalutarlo. Perché alla fine conta solo il campo, e anche questo derby ne è stato la prova.

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