In un’intervista al Corriere della Sera, Rafael Leao si è raccontato ed ha parlato di tantissimi temi: dal calcio, all’amicizia, ai videogiochi, alla musica e non solo.
Sulla tecnologia: “La mia vita quotidiana è un mix naturale tra reale e digitale, siete voi non nativi digitali che vi ponete sempre il problema. Mia mamma mi videochiama tutti i giorni, per esempio. Anche se spesso vuole solo sapere se ho mangiato bene. La PlayStation è sicuramente tra i miei hobby e durante il lockdown ho anche giocato un derby digitale contro un calciatore dell’Inter, un modo per stare vicini ai tifosi in un momento difficile della vita di tutti. E sicuramente gli eSports sono un trend in grande sviluppo e un mercato che può crescere ancora molto nei prossimi anni. Credo però che le emozioni che regala un evento come una partita di calcio reale, dal vivo, siano imparagonabili“.
Sulla musica: “Mi piace molto rappare e penso che quando finirò la mia carriera di calciatore potrei fare quello, nella vita. Per ora è un passatempo e basta: faccio trap, ma parlo soprattutto della mia vita, dei sacrifici per arrivare fin qui. Pensieri che condivido anche con Cabral, una presenza fissa nella mia vita.
Sull’amicizia: “Ecco, l’amicizia è un altro valore importantissimo, anche in quello che fai: nel calcio ho molti amici, nel Milan e anche in altre squadre. Questo crea gruppo, unità di intenti e anche di valori. E sono orgoglioso di essere in un club molto attento a temi di responsabilità sociale, che ha fatto tanto per promuovere l’equità, l’uguaglianza e l’inclusività attraverso gli esempi positivi dello sport“.
Sulla famiglia: “Per me la famiglia è la cosa più importante. Quello che faccio in campo voglio trasmetterlo a loro, voglio fare bene per loro. Il rapporto con mia mamma è speciale, ve l’ho già detto: chiama tutti i giorni per sapere come sto. Mio papà è una persona diversa, vuole che faccia le cose giuste. Sono molto legato, e con il primo stipendio ho comprato subito la casa per loro
Sul soprannome: “Il mio valore reale è un’altra cosa. Dio mi ha regalato il talento e io devo esserne grato e continuare a lavorare duro per non sprecarlo. Il mio soprannome way 45? Tante persone me lo chiedono: 45 è il codice postale della mia regione in Portogallo, mentre Way è il cammino, quindi è un po’ una connessione tra le mie origini e la strada che sto percorrendo. Il Barrio de Jamaica, dove sono nato, è tutto per me: è lì che ho cominciato a giocare, che ho la mia famiglia, i miei amici, le persone più importanti. È il mio cuore“.
I numeri sui social: “È un onore essere un esempio peri più giovani che magari mi seguono per il mio modo di essere o perché gli piacciono i contenuti che posto. Ma sono un calciatore, un attaccante e quindi i numeri che mi fanno più felice sono quelli del campo“.
Sui tifosi: “Il calcio senza tifosi è un’altra cosa , non c’è altro da aggiungere. Quest’anno a San Siro è venuto a sostenerci oltre un milione di persone totali, senza considerare quante volte in trasferta era come giocare in casa: a Reggio Emilia, nella gara decisiva, sembrava di essere a Milano. E poi la marea di gente che ci ha accolti al nostro ritorno in città e il giorno dopo nella parata col pullman scoperto. No, le sensazioni che si provano nella vita reale sono un’altra cosa“.
This post was last modified on 27 Giugno 2022 - 12:39