La vittoria dello Scudetto del Milan ha una firma che brilla più delle altre: Stefano Pioli.
Arrivato nell’ottobre 2019 (subentrando a Marco Giampaolo), tra lo scetticismo generale, Pioli con la sua umiltà e il lavoro quotidiano ha conquistato la fiducia dell’ambiente Milan.
La squadra rossonera, sotto la sua gestione, è cresciuta di anno in anno, centrando prima la qualificazione in Champions League e poi lo Scudetto.
Già… Il primo Scudetto, anzi il primo trofeo in carriera di Stefano Pioli, uno che ha fatto la gavetta, che ha saputo incassare i momenti difficili nelle sue precedenti esperienze, trasformandoli in opportunità di studio e di evoluzione.
Sì, perché veder giocare il suo Milan Campione d’Italia, è stato un spettacolo per gli occhi di tutti gli appassionati di questo meraviglioso sport.
Il Milan di Pioli: valorizzazione dei giovani, gestione dei campioni affermati e coinvolgimento dei gregari
Il Milan di Pioli è innovazione, valorizzazione dei giovani talenti (aspetto non banale perché senza un allenatore capace di valorizzare il patrimonio tecnico, probabilmente, a fine stagione, sarebbe andata diversamente), il tutto senza dimenticare la preziosa gestione dei campioni affermati (Ibrahimovic, Giroud).
Il tecnico rossonero ha plasmato una difesa alta e aggressiva con Tomori e Kalulu (riadattato centrale, riuscendo così a sopperire alla pesante assenza di Kjaer), ha affidato il centrocampo alla regia sopraffina di Bennacer e alla fame, alla grinta e alla tecnica di Sandro Tonali (nelle ultime partite il suo baricentro si è alzato, favorendo gli inserimenti in zona gol).
Le chiavi del reparto offensivo sono state consegnate all’estro, alla fantasia, al talento puro e alla classe cristallina di Leao, formando il tandem perfetto insieme alla concretezza e all’esperienza di Giroud.
Il Milan targato Pioli è riuscito a coinvolgere anche i cosiddetti “gregari” (Saelemaekers, Messias), perché si vince e si perde sempre insieme.
Stefano Pioli, da traghettatore a condottiero
Stefano Pioli, ai nastri di partenza del campionato, era forse il tecnico “meno mediatico” rispetto agli allenatori delle rivali (Allegri, Mourinho, Sarri, Spalletti, Inzaghi), ecco perché a questo punto è doveroso regalargli la copertina di questa splendida cavalcata in campionato.
Il tecnico rossonero è sempre stato uno da poche chiacchiere, pochi proclami e zero polemiche, in perfetto stile Milan.
Stefano Pioli, da traghettatore a condottiero, ma questo è solo l’inizio: il suo Milan dei ragazzi terribili è pronto a stupire ancora, perché “Pioli is on fire”.