Alla vigilia del ritorno in Champions del Milan, Massimo Ambrosini è stato intervistato ai microfoni della Gazzetta dello Sport, rilasciando dichiarazioni inerenti al match e alla finale di Atene del 2007.
Ecco le sue parole:
LA SOFFERENZA CONTRO IL CENTROCAMPO INGLESE – “Noi da un punto di vista tecnico e fisico non eravamo in un momento ottimale. Quel Milan aveva espresso il calcio migliore fino alla semifinale e ad Atene non siamo arrivati al top. La sofferenza è stata figlia anche di questo. Siamo stati bravi a capirlo e a fare una partita gestendola molto. Abbiamo rischiato di prendere gol più di loro, è vero, ma siamo rimasti sul pezzo e poi siamo stati premiati anche dalla fortuna“.
I TRE MOMENTI MIGLIORI DI ATENE – “L’arrivo allo stadio, con la visione dello stadio e sessantamila persone dentro. L’entrata in campo. La coppa alzata verso il cielo“.
LA FORZA DEL MILAN – “La personalità e la sicurezza di gioco. Il Milan in questo momento ha una capacità di coinvolgere l’ambiente altissima. È una squadra che sta venendo fuori dalla sofferenza e ha creato qualcosa di speciale. Negli interpreti, nel modo di giocare, nei suoi dirigenti e nell’allenatore. E allora ti fai coinvolgere da quel processo, da quella sofferenza che tutto l’ambiente ha dovuto subire“.
SUL LIVERPOOL – “Non è quello di due anni fa ma nemmeno quello dell’anno scorso, che non aveva Van Dijk, un giocatore fondamentale. È una squadra recuperata dal punto di vista della tecnica e della condizione fisica. A partire dai terzini, in particolare Alexander-Arnold. È una squadra che ha ritmo, gamba, forza. E hanno Anfield“.
DOVE POTRA’ ARRIVARE IL MILAN IN CHAMPIONS – “Impossibile dirlo adesso. Troppo presto. Però, nonostante la difficoltà del girone, occorre essere consapevoli della propria forza. Non parte battuto“.