Gianluigi Donnarumma si confessa. L’ormai ex portiere del Milan, in procinto di passare al PSG a parametro zero, ha rilasciato una lunga intervista a Red Bull in cui ha parlato a lungo della sua storia con i rossoneri.
Ho un bellissimo rapporto con mia sorella, è la mia vita. Ho giocato per la prima volta in porta a cinque anni contro mio zio: non ho mai avuto paura di tuffarmi. Lui è stato molto importante per me, mi ha insegnato il rispetto, mentre a mio padre e mia madre devo l’umiltà e il sacrificio.
Non è stato facile lasciare casa ma nel settore giovanile del Milan ho trovato un bellissimo ambiente che mi ha fatto sentire a mio agio. Arrivare a Milano è stato difficile ma mia madre mi ha dato tanta forza: ero molto emozionato. Le regole in convitto erano rigide ma giuste. All’inizio gli allenamenti erano solo divertimento e ho bellissimi ricordi. Sono sempre stato unito con i compagni, giocavamo ai videogame e abbiamo rotto qualche joystick.
Ho cominciato con i giovanissimi, poi gli allievi, la Beretti e infine la Primavera. Mi hanno chiamato in Prima Squadra come terzo portiere: il giorno dell’esordio è stato incredibile. Quella settimana è stata strana e un giorno mi ha chiamato il mister, dicendomi che ero il più forte e mi dava fiducia: lo ringrazierò sempre. Ero molto emozionato e ho detto ai miei genitori di venire a Milano a vedermi. Ho preso gol da Berardi sul primo palo e il giorno dopo ero demoralizzato, ma il mister mi ha fatto vedere uno suo gol simile a Toldo da ancora più lontano e mi ha tranquillizzato con parole molto importanti.
Ho avuto sempre l’obiettivo di diventare il migliore portiere al mondo. In camera avevo i poster di Buffon e Dida, i miei idoli. Il mio sogno è vincere con la Nazionale e magari anche il Pallone d’Oro. Voglio giocare fino a quaranta anni.
This post was last modified on 28 Giugno 2021 - 16:31