Davide Calabria ha rilasciato un’intervista al canale YouTube di Cronache di Spogliatoio. Le parole del terzino rossonero:
Su Milanello: “L’ho sempre sognato, sono cresciuto in quel posto. Non pensavo di restarci così a lungo ma era un obiettivo. È stata una cosa bellissima, nella mia famiglia a parte mio padre tutti sono milanisti, così come quasi tutti i miei amici. Era destino”.
Su quando arrivò al Milan: “Da piccolo mi avevano cercato Brescia e Atalanta, ma poi è arrivato il Milan e ho scelto subito. Inizialmente mi venne difficile abituarsi a questa nuova vita, ma col tempo le cose sono migliorate”.
Sul suo percorso al Milan: “È stato un percorso lungo e difficile. Ai tempi del mio esordio il Milan stava toccando uno dei suoi momenti più bassi. In questi anni sono passate più società e non è stato facile per noi giocatori. La base per tornare ad alti livelli è quella di avere una società solida, che sia presente e abbia idee chiare. Avere stabilità è un buon punto di partenza”.
Su Maldini: “È bellissimo allenarsi sapendo che c’è una bandiera come lui che ti guarda. La sua sola presenza ti fa credere nelle tue qualità, credo che abbia inciso molto su questa rinascita”.
Sul post-lockdown: “Abbiamo capito che le potenzialità c’erano ed era arrivato il momento di dimostrarle. La pandemia globale forse ci ha anche “aiutato”, ci ha unito di più. Ciò ha portato al raggiungimento di tanti buoni risultati, ora vogliamo continuare così”.
Sul suo rapporto con la pressione: “Inizialmente era difficile. Passare dalla Primavera alla prima squadra è un grande passo per un ragazzo, soprattutto per poi giocare a San Siro. Quello che ti trasmette questo stadio è una cosa incredibile, ma può influenzarti sia positivamente che negativamente. Nell’ultimo periodo ho cercato di fregarmene di un po’ di tutto, penso di essere qui perché ho fatto meglio rispetto ad altri. Se indossi questa maglia devi credere in te stesso. Far cambiare idea a persone che prima non credevano in me è stato molto importante”.
Sull’importanza del mental coach: “L’ho avuto nel settore giovanile. Penso che sia un punto di forza averne uno a disposizione, credo che prima o poi ogni squadra ne avrà uno”.
Da quale giocatore rimase colpito le prime volte: “In allenamento alcuni erano molto tosti: mi ricordo di Mexes, De Jong e Muntari. Potevano incutere un po’ di timore, ma in realtà sono bravi ragazzi”.
Su Saelemaekers: “È un ragazzo che ascolta, che si impegna e che dà sempre il 100%. Mi trovo bene con lui sia in campo che fuori. Un giocatore come lui ti aiuta sia in fase offensiva che in fase difensiva”.
Sull’assenza dei tifosi allo stadio: “Comunicare è fondamentale nel calcio, senza il boato dei tifosi è più facile per un reparto aiutarsi perché riesci a dialogare con gli altri”.
Sul giocare con play: “Da ragazzino avevo la play ma ci giocavo poche volte. Quando ci giocavo mi arrabbiavo solamente, ho altri hobby. Con i miei amici preferisco parlare di presenza”.
Se a volte si è sentito importunato da qualche tifoso: “Siamo tutti abbastanza disponibili, diventare un personaggio pubblico ha aspetti positivi e negativi. Quando vai in giro e ti riconoscono tutti può anche essere stressante, ma se lo fai con educazione può fare solo che piacere”.
Sugli amici: “Ho tanti amici nel calcio, ma quelli a cui sono legato da sempre sono quelli d’infanzia. Da quando ho iniziato a fare il calciatore non è cambiato niente”.
Su cosa mangia dopo la partita: “Mangio spesso l’hamburger o il sushi. Cerco di mantenere una giusta linea nel mangiar bene. A volte come bevanda il vino o una bottiglia di birra (ride, ndr)”.
Su Kessié: “È sempre vivace, fa lo stupido ma ti fa sorridere sempre. Siamo tutti abbastanza privati, ma lui fuori dallo spogliatoio fa morire dal ridere”.
Su Ibra: “È arrivato a quasi 40 anni ma è all’apice della sua forma, arrivare alla sua età in questpo modo, condizionato anche da infortuni pesanti, è incredibile”.
Su Calhanoglu: “È un giocatore completo e intelligente, che è in grado di darti una mano sia dietro che davanti. Ti dà equilibrio”.
Sul basket: “Sono anni luce davanti a noi. Lo seguo in generale e simpatizzo per i Warriors”.
Sulla Nazionale: “Siamo un bel gruppo, vogliamo far bene e ci sono grandi potenzialità. Non ho avuto l’opportunità di conoscere Mancini perché quando sono stato convocato aveva il Covid, mi auguro di poterne fare parte”.
Sulle sue passioni: “Sono un appassionato di Dragon Ball. Guardo film, serie tv e mi piacciono molto anche gli animali”.