A due giorni dal derby, Theo Hernandez ha rilasciato un’intervista ai microfoni di DAZN. Queste le sue dichiarazioni.
“Qui a Milano i derby sono tutti importanti, però certamente questo lo sarà di più per la posizione e i pochi punti di distanza che ci separano: sarà un gran derby. Una partita dura e intensa ma penso che faremo una bella partita. Chi temo di più? In realtà non temo nessuno e nemmeno i miei compagni hanno paura. Faremo il nostro gioco e lotteremo per vincere”.
“Quando recupero palla e punto verso la porta nella mia testa sto andando a fare gol!”.
“Maldini dice che devo diventare uno dei tre terzini più forte del mondo? Sì lo penso anche io, credo che con il lavoro che sto facendo, me lo sto meritando. Devo lavorarci ancora di più, faticare giorno dopo giorno e spero che un giorno arrivi questo momento. Ora mi concentro su me stesso per fare il meglio e poi la gente valuterà”.
“Calci d’angolo? Il mister a volte mi dice di tirarlo o di stare sulla ribattuta per concludere, altre di stare in area di rigore, dipende da che squadra affrontiamo e di conseguenza mi posiziono. Mi piace stare dal limite così se arriva un pallone lo posso calciare. Non mi dicono di calciare normalmente ma se vedo la possibilità di tirare lo faccio e poi sento Ibra da lontano che mi grida! (ride ndr)”.
Sulle dichiarazioni di Ibra l’anno scorso che disse: “Se fossi arrivato al Milan ad inizio stagione, avremmo vinto lo scudetto”: “Al momento non abbiamo scuse, infatti lavoriamo tutti i giorni e poi vediamo come andrà a finire”.
“Avere in squadra Ibra è un plus. Quello che impressiona è il suo fisico, arrivare così a 39 anni, impressiona come sta fisicamente in campo e come aiuta i compagni. Se rompe le scatole? Molto! Sta addosso a tutti, quando sbagliamo un passaggio ci dice che dobbiamo dare di più. È una gran persona e un ottimo compagno di squadra. Alcune volte si arrabbia e ci rimprovera, ma è giusto che lo faccia e ci dica quello che dobbiamo fare”.
“Ho un rapporto bellissimo con mio fratello Lucas, parliamo tutti i giorni e siamo molto uniti, fratelli fino alla morte. Se parliamo di Nazionale? No, non ancora. Quell’esultanza contro la Lazio era un messaggio per Deschamps. Sto lavorando duramente per poter andare in Nazionale. Quello che devo fare è lavorare ogni giorno e sperare nella convocazione. Sono nato a Marsiglia e cresciuto in Spagna, ma mi sento francese. La mia famiglia è in Francia e io sono francese”
“Hakimi? Non mi aspettavo il Real ci lasciasse andare via. Entrambi eravamo al Real Madrid e giocavamo poco. La cosa migliore che potessimo fare è stata quella di andarcene, perché se sei lì e non giochi, non sei felice e non ha le opportunità che vorresti avere. Però sia io che Hakimi abbiamo fatto del nostro meglio e ora siamo entrambi qui a Milano. Lui è un giocatore incredibile. Ha molto talento, velocità, qualità. Più o meno ci assomigliamo. Lo conosco personalmente e abbiamo passato molto tempo insieme. È un bravo ragazzo e un ottimo amico. Cosa gli dirò al derby? Nulla, in campo siamo tutti nemici, ma fuori siamo tutti buoni amici”.
This post was last modified on 19 Febbraio 2021 - 17:31