Probabilmente un anno fa non ci avrebbe creduto nessuno. Oggi la storia è cambiata. Il Milan di Stefano Pioli, la squadra dei “record, è caduto in campionato dopo 304 giorni, arrendendosi alla Juventus di Andrea Pirlo. Una sconfitta che a Milanello ha fatto rumore: un po’ perché si era perso il sapore aspro e amaro di non portare accaso nessun punto e soprattutto perché, nonostante una squadra decimata dagli infortuni, il gruppo ha lottato fino al 90′. Ma perché stasera a San Siro contro il Torino servirà una reazione da grande squadra?
La risposta più ovvia si annida guardando la classifica. Dopo anni difficili, il Diavolo è tornato a fare sul serio, ed i numeri non possono contraddirmi. Non dimentichiamoci però, che questa squadra non è partita per vincere il campionato, ma provare a conquistarsi sul campo un posto nelle prime quattro posizioni, che significherebbe Champions League.
Ma se la risposta più ovvia si annida nei numeri, quella meno scontata si trova nelle aspettative che si sono create attorno questo giovanissimo Milan. Adesso è come se i rossoneri avessero l’obbligo di vincere lo scudetto. Non è cosi, questo va detto e sottolineato in rosso. Giusto provarci, impossibile non farlo. Ancora più corretto sognare, dopo anni bui è il minimo che i tifosi rossoneri possano fare. Ma occhio a riempire di responsabilità il “gruppo più giovane d’Europa”, perché se circola in maniera insistente la parola scudetto, inevitabilmente una sconfitta viene metabolizzata in maniera diversa. Questa squadra è un grattacielo in costruzione e per consolidare questo edificio affidabile e sempre più grande, servono ancora tanti altri mattoni.
Il mattone più importante è inevitabilmente il calciomercato. La rosa necessita l’acquisto di 2/3 pedine che possano dare ancora maggiore credibilità ad un grattacielo che inizia a piacere a tutti. Stasera sarà un esame importante, una partita da approcciare con lo spirito giusto. Le tante assenze hanno responsabilizzato ancora di più l’ambiente, dunque, servirà una reazione da grande squadra per provare a convincere anche gli ultimi scettici.