Ibrahimovic: “Il calcio è il mio miglior amico. Qui per cambiare la mentalità perchè il Milan è il Milan. Finchè riuscirò, giocherò ad alto livello”

Uno Zlatan Ibrahimovic a 360 gradi in un’ intervista rilasciata al sito ufficiale dell’ UEFA: “La prima domanda che mi hanno posto quando sono tornato al milan era relativa a tutti gli ex che erano tornati qui e non avevano reso secondo le attese, non riuscendo a ripetere ciò che fecero nella loro prima esperienza al Milan. Quale sarebbe stata la differenza nel mio caso? Io ho risposto semplicemente: Non ho mai perso la passione per ciò che faccio”

Cosa significa per lui giocare a calcio: “Ogni volta che scendo in campo, mi sento come un bambino che mangia una caramella per la prima volta. Ho capito che il pallone è il mio miglior amico, e voglio stare con il mio miglior amico per il resto della vita.”

Ibra e le sfide: “La vita è tutta una questione di sfide. Sentivo di aver fatto abbastanza, e ho iniziato a pensare se continuare o meno. Per me era una grande sfida tornare qui per cercare di cambiare la mentalità, per provare a cambiare la situazione e per trasmettere alla squadra, ai giocatori, che cosa fosse il Milan.”

Cos’è per lui il Milan: “Il Milan che conosco io, il Milan che tutto il mondo conosce. Quando gioco porto in campo il mio carattere, la mia personalità e ovviamente la mia qualità. Metto molta pressione sui miei compagni, cerco di tirare fuori il massimo da ciascuno di loro. Alcuni la prendono bene, altri un po’ meno, altri non reggono. Vanno in difficoltà perché rendono ad alto livello solo quando è necessario, invece io decido che dobbiamo farlo ogni giorno perché per me, il modo in cui ti alleni è il modo in cui giochi. Che tu sia giovane o vecchio, io ti metto la stessa pressione perché se sei qui c’è un motivo, sei qui perché sei abbastanza bravo.”

Rapporto con i compagni e futuro: “Ma fuori dal campo, se sei giovane ovviamente ti parlo in modo diverso, ti tratto diversamente, il comportamento non è lo stesso paragonato ai più vecchi. Ma sul campo, sono tutti uguali per me. Non sono mai soddisfatto, voglio sempre di più e forse è per questo che sono qui oggi e sono in grado di giocare e di fare quello che sto facendo.  Non vedo molti giocatori, nel passato e nel presente, capaci di fare lo stesso. Mi considero come Benjamin Button ogni giorno che passa ringiovanisco. Prometto che giocherò finchè non riuscirò a farlo. Finchè ne sarò in grado, giocherò ad alto livello. Il giorno in cui non riuscirò più, smetterò di giocare perché ho bisogno di sentirmi vivo, di sentire che sto restituendo qualcosa.”

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