Fame, maturità e mercato: tre punti indispensabili per sognare in grande


Sofferta, ostica, vinta. La vittoria di Udine ha il sapore della maturità, della fame, della consapevolezza di essere squadra. Probabilmente fino a poco meno di un anno fa partite del genere i rossoneri non le avrebbero mai vinte. Qualcosa è cambiato, inutile negarlo, infruttoso girarci ancora intorno. Ventiquattro risultati utili consecutivi aiutano il morale della squadra, non potrebbe essere altrimenti. Sia inteso, tutto meritato, ma l’ennesimo esame per gli uomini di Pioli arriverà quando stanchezza, sfortuna e risultati non soddisfacenti incominceranno ad affacciarsi alle porte del diavolo.
Sarà una situazione difficile da gestire, inevitabilmente qualche punto per strada prima o poi lo lascerà anche il Milan, ed è proprio in quella circostanza che si potranno tirare le somme.

Al momento, però, questa squadra continua a macinare punti e sa anche divertire. I soliti scontati complimenti vanno a mister Pioli in primis, poi, a Ibra e alla sua banda. Meno scontati, ma di invariata importanza, vanno i complimenti a Paolo Maldini e a tutta la società. La dirigenza tra geniali intuizioni e rari abbagli ha ridato un’identità ad una squadra che sembrava ormai aver smarrito nella fitta nebbia milanese degli inverni passati. Parlare di scudetto al momento mi viene difficile. Ma a gennaio c’è il mercato, e chissà se questo Milan potrà diventare davvero la sorpresa più bella di questo campionato…

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