L’ex Milan Robson de Souza Santos, noto ai più come Robinho, è pronto ad aggiungere un’ulteriore pagina al glorioso libro della sua carriera. A distanza di 18 anni dall’ormai lontano 2002 il brasiliano classe 1984 torna al Santos, squadra nella quale è diventato professionista. “O rei do drible” ha voluto ripercorrere la propria carriera in un’intervista ai microfoni di tuttomercatoweb.
Sul ritorno al Santos: “Sono davvero felice di tornare al Santos: questa è la mia squadra, la mia casa, la società che ieri mi ha fatto realizzare il sogno di diventare un calciatore professionista e che oggi mi ha dato un’altra grande opportunità per restare nel calcio. La gioia che provo in questo momento è immensa, non riesco a descriverla a parole”.
Sulla possibilità di un’altra stagione in Europa: “Sì, ho avuto diverse offerte per continuare a giocare in Europa. In questo momento però, a 36 anni suonati, ho preferito tornare a casa per la squadra, per mia moglie, i miei figli… Oggi non sono più il ragazzino di un tempo, sono un uomo che ha in testa prima di tutto il bene della sua famiglia”.
Sul giocare ancora in Serie A: “Com’è che si dice in italiano? Giocare in Serie A è tanta roba (ride, ndr)… Diciamo che ho avuto la possibilità di giocare in tante squadre fuori dal Brasile, ma oggi ho scelto col cuore. Il Santos è la mia casa, molto più di una semplice squadra di calcio per me”.
Sul “salario simbolico” da 230 euro al mese: “È tutto vero, ma sinceramente non mi piace neanche che se ne parli più di tanto. In questa emergenza planetaria tutti dobbiamo fare la nostra piccola parte e io ho scelto di giocare praticamente gratis per questi cinque mesi di contratto. Il Santos oggi ha bisogno di me, proprio come io avevo bisogno del Santos all’epoca dei miei esordi nel calcio. Ci dobbiamo tutti adattare”.
Sull’esperienza al Milan: “Sono stati quattro anni bellissimi, ho segnato oltre 30 gol, abbiamo vinto uno Scudetto indimenticabile e anche una Supercoppa italiana. Quello era davvero un grande Milan, un top club mondiale in cui ho avuto la fortuna di giocare con tantissimi campioni: Pato, Gattuso, Seedorf, Pirlo, Ronaldinho, Thiago Silva, Inzaghi, Kakà, Ibrahimovic…”.
Su Ibrahimovic: “Non mi sorprende affatto. Ibra è sempre stato un professionista esemplare, lui vive davvero per il calcio. Al Milan ho avuto il privilegio di giocare e allenarmi con lui, di vederlo tenere alto tutti i giorni il livello della squadra: è stato un onore per me e sinceramente non mi meraviglia che a quasi 40 anni sia ancora un fenomeno. I giovani talenti del nuovo ciclo rossonero hanno un bisogno assoluto dei consigli e dell’esperienza, oltre che del carattere, di un campione come Zlatan”.
Sulla sfida di Champions Inter-Real Madrid: “Sarà un doppio duello davvero difficile e bellissimo da vedere. Inter e Real sono capitate in un gruppo molto competitivo, ma parliamo di due big assolute che cercheranno entrambe di qualificarsi quindi al primo posto. Quando si affrontano due club così, può succedere di tutto: ne vedremo delle belle prima a Madrid e poi a Milano. I nerazzurri oggi non hanno niente da invidiare ai blancos”
Sul calcio italiano: “La Serie A resta uno dei migliori campionati in assoluto, è pieno di storia e di qualità. Ormai non c’è più solo la Juve, tante squadre hanno alzato l’asticella e le milanesi stanno tornando. Non posso che parlare bene del calcio italiano e della vita in Italia”.
Un messaggio ai tifosi italiani: “Oggi sono un uomo nuovo, ho 36 anni e diciamo che ho messo la testa a posto (ride, ndr). Voglio mandare un forte abbraccio e un grosso in bocca al lupo per questa nuova stagione ai tifosi rossoneri, non li dimenticherò mai. Sempre forza Milan”.