L’ex rossonero Mauro Tassotti, intervistato da El Pais, ha parlato del suo addio al Milan e dell’approdo sulla panchina dell’Ucraina, per affiancare Shevchenko. Ecco le sue dichiarazioni:
“La mia situazione al Milan era cambiata. Ero fuori dallo staff tecnico, ero osservatore dei giovani del club e Sheva mi ha suggerito di andare con lui. Ho pensato che potesse essere un’avventura interessante. Ho preferito tornare alla mia vecchia posizione di allenatore. Inoltre, era un momento un po’ particolare per il club, in mezzo al passaggio del Milan da Berlusconi ai cinesi. Non mi era chiaro. Non è stato facile dopo tanti anni al Milan, ma sono soddisfatto”.
L’ex Milan ha poi parlato delle differenze tra Arrigo Sacchi e Fabio Capello:
“Chi mi ha influenzato di più tra Sacchi e Capello? Sacchi, il che non vuol dire che fosse più bravo di Capello. Ma io l’ho avuto prima. Sacchi ha fatto una rivoluzione nel calcio italiano ed europeo. A quei tempi le squadre italiane erano viste come difensive. Fuori casa pensavano solo a non subire gol e Sacchi ha fatto una rivoluzione con il pressing e con la tattica del fuorigioco. Mi sarebbe piaciuto incontrarlo un po’ prima della mia carriera. L’ho trovato che avevo già 27-28 anni, quindi un po’ tardi, ma erano momenti di grande apprendimento, per noi era un insegnante. Capello è stato molto intelligente nel gestire la tappa post-Sacchi. Non è stato facile. Era una squadra che aveva vinto tanto, che aveva la pancia piena. E invece lui è stato in grado di motivare i giocatori. Sacchi ha fatto un lavoro più profondo di Capello. Un lavoro alle radici del gioco, ha cambiato la nostra mentalità. Penso che fino al suo arrivo i giocatori in allenamento non hanno mai dato tutto, risparmiavamo energie. E invece lui ci ha convinto che per dare il 100% nelle partite bisogna darlo anche in allenamento. Abbiamo imparato molto da Sacchi”.