Siamo arrivati alla prima pausa del campionato ed è il momento in cui si può cominciare a fare qualche considerazione. Certo, il Milan ha giocato solo sei partite e il mercato non è ancora nemmeno terminato, ma gli inizi di stagione non sono mai da sottovalutare.
Per analizzare quest’avvio dei rossoneri bisogna tenere conto di alcuni fattori, per evitare di lasciarsi andare a facili entusiasmi. Innanzitutto la squadra ha affrontato test contro avversari “agevoli”, o quantomeno non in lotta per gli stessi obiettivi del Diavolo; in secondo luogo le prestazioni della squadra non sembrano ancora al livello di quelle mostrate dalla banda di Pioli nella seconda parte dello scorso campionato.
Non vanno però dimenticate nemmeno tutte le difficoltà dell’ultimo periodo. Il Milan è sceso in campo sei volte in 18 giorni, giocando peraltro sempre con gli stessi 12/13 giocatori. In più ci sono state le varie situazioni che hanno colpito i rossoneri tra infortuni e positività al Covid-19 di alcuni suoi elementi, con tutti gli strascichi che questo si porta dietro.
Detto ciò, in ogni caso, l’ultima parola spetta al campo, ed è lì che il Diavolo è riuscito a superare tutte queste difficoltà. Il bottino rossonero finora è esattamente quello sperato: 3 vittorie su 3 in campionato (punteggio pieno e primo posto condiviso solo con l’Atalanta) e, fuori confine nazionale, qualificazione alla fase a gironi di Europa League, nonostante i vari attacchi di cuore che i tifosi hanno accusato guardando i loro beniamini in Portogallo.
Adesso arrivano due settimane fondamentali per la squadra. Bisogna cercare di recuperare quanti più giocatori possibili, Ibra, Rebic e capitan Romagnoli su tutti. Mister Pioli deve anche sfruttare la pausa per permettere ai nuovi acquisti di tornare in forma e di entrare mente e corpo nei suoi schemi.
Alla ripartenza il primo avversario sarà l’Inter. Nella partita più importante per i tifosi, quest’anno il Diavolo affronta quella che forse è la squadra meglio attrezzata del campionato, sicuramente una pretendente al titolo. Il derby però è sempre una partita a sè, e non sempre la favorita vince. Il Milan adesso ha due settimane per recuperare fisicamente e mentalmente e per prepararsi al meglio. E poi chissà, sognare lo sgambetto ai cugini non costa nulla!