Rebić, il capolavoro di Maldini: ma le cifre sono un mistero

L’ultimo giorno di mercato della scorsa estate in maniera inaspettata Andrè Silva, pochi giorni dopo aver giocato da titolare la sua ultima partita con la maglia del Milan a San Siro contro il Brescia, lasciava l’Italia alla volta della Germania, direzione Francoforte, non avendo mai convinto fino in fondo, tranne qualche sprazzo quà e là (la tripletta con l’Austria Vienna in Europa League, il colpo di testa in zona Cesarini col Genoa, la doppietta casalinga col Chievo a siglare una rimonta insperata).

Il percorso inverso veniva invece effettuato dal croato Ante Rebić, reduce da una grande stagione con l’Eintracht semifinalista di Europa League e da un mondiale strepitoso nell’estate precedente: l’accordo tra i club era quello di un prestito secco biennale per entrambi gli attaccanti, con un gentlemen agreement secondo cui le due trattative fossero scollegate tra loro. A un anno di distanza, è indiscutibile che l’affare abbia giovato a entrambi: il Milan si è liberato di un ingaggio pesante e di un giocatore fuori dal progetto tecnico, cedendolo in una realtà come la Bundesliga adatta alle caratteristiche di un giocatore come Silva che si esalta in partite con spazi aperti e difese frizzantine. L’Eintracht dal canto suo, ha accontentato le richieste di Rebic che aveva manifestato la volontà di non voler essere l’unico a rimanere del tridente della sorprendente cavalcata europea (Jovic ceduto al Real Madrid, Haller al West Ham), approdando in un campionato che già conosceva dalle esperienze di gioventù alla Fiorentina e al Verona dove le caratteristiche fisiche, tecniche e tattiche del croato gli permettono di dominare larghi tratti di partita regalando così al Milan un’opzione di attacco che gli mancava.

Ieri Ante Rebić è diventato un giocatore del Milan fino al 2025, e questa è l’unica certezza che il Milan lascia trapelare sull’accordo: diverse fonti riferiscono che Rebic sia passato a zero dai tedeschi ai rossoneri, mentre André Silva abbia firmato a titolo definitivo per l’Eintracht dopo un indennizzo di 9 milioni ai rossoneri. Se così fosse, dopo il superamento in extremis all’Inter nella corsa per Tonali, sarebbe un altro capolavoro di Paolo Maldini, che sta dimostrando con i fatti di non essere solo una bandiera utilizzata per fini di branding, ma una figura importante e competente dal punto di vista operativo.

Paolo Maldini ha tagliato quasi tutti gli esuberi della gestione cinese, sta lavorando per arginare gli errori della prima annata di Elliott (Caldara, Piatek, Higuain sono problematiche risolte, si punta ad aggiungere anche Paquetà alla lista). Ha acquistato Tonali per una cifra che sarà irrisoria nel bilancio d’esercizio 2020/21, e ora con l’affare Rebic-Silva ottiene a zero un titolarissimo dell’undici di Pioli e della nazionale croata evitando il pagamento della clausola del 50% sulla rivendita dovuta alla Fiorentina. Paolo Maldini non è una figurina, è l’AC Milan.

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