È stato un addio silenzioso, quello di Bonaventura al Milan. Forse fin troppo silenzioso, per un giocatore che ha traghettato i rossoneri negli anni più bui con il suo carisma, il suo attaccamento alla maglia, e le sue indubbie qualità. Quando l’arbitro fischia la fine di Milan-Cagliari e tutti lasciano il terreno di gioco, resta solo Jack, lì nel suo centrocampo, accovacciato e con le lacrime agli occhi: è l’immagine emblematica di un giocatore che alla luce dei riflettori ha sempre preferito il lavoro in campo. Jack è stato l’anima del Milan recente e il protagonista dell’ultimo trofeo vinto dai rossoneri (la Supercoppa Italiana nel 2016 contro la Juventus). Mai una parola fuori posto, ha sempre trasmesso grande positività a tutto l’ambiente, anche dopo i due gravi infortuni che lo hanno tenuto fuori complessivamente più di un anno e che avrebbero potuto abbattere chiunque, ma non lui.
Jack, la tua avventura in rossonero avrebbe sicuramente meritato un epilogo diverso, più felice, un addio in un San Siro pieno di tifosi pronti ad omaggiarti per l’ultima volta. Potremmo stare qui a parlare di numeri, di dati, del fatto che a questo punto avresti potuto essere in vacanza con la tua famiglia già da un mese, e invece hai deciso di restare per combattere con i tuoi compagni e per onorare la maglia fino all’ultimo minuto, come hai sempre fatto. Vogliamo soltanto salutarti, Jack, e ringraziarti, perché oltre ad essere un grande calciatore sei stato un uomo: sono le persone come te quelle che entrano per sempre nel cuore dei tifosi. Sei stato il leader silenzioso che ha tenuto a galla il Milan nei momenti più difficili.
La tua commozione autentica nel religioso silenzio di un San Siro deserto ha toccato tutti noi. Grazie di tutto Jack, per sempre rossonero.