Oggi pomeriggio, attraverso una diretta su Instagram, abbiamo avuto l’onore, oltre che il piacere, di intervistare l’ex centrocampista del Milan Antonio Nocerino, che in rossonero ha lasciato ricordi fantastici ed indelebili. Ecco tutte le sue dichiarazioni:
Sulla situazione riguardante il Coronavirus negli Stati Uniti: “I casi qui sono aumentati molto e la situazione è peggiorata, speriamo che stando in casa e rispettando le regole passi tutto in fretta”.
Sull’esperienza da allenatore negli states: “Mi piace tantissimo, ho messo da parte il calciatore che è in me e non è affatto facile. Sto studiando moltissimo e mi sto aggiornando, al momento alleno l’U15 dell’Orlando City ed ho anche svolto un ruolo come assistente per l’U17. Ci metto molta passione e mi affascina molto. È tosta ma ci metto tutto me stesso e lavoro al 1000%. Rispetto a prima, ora guardo il calcio in modo diverso, sto attento ai dettagli ed analizzo a fondo le partite”.
Sulla sua carriera: “In tutta la mia vita mi sono sempre guadagnato ogni cosa, non ho mai ottenuto nulla per raccomandazioni o conoscenze. Quando feci l’esperienza al Messina in Serie A, nonostante avessi l’opportunità di giocare nel campionato maggiore, decisi di fare un passo indietro per giocare da protagonista al Piacenza. Non mi sentivo ancora all’altezza ed ho fatto un passo indietro e questo ha dato i suoi risultati”.
Sulle differenze tra il suo Milan e quello di oggi: “Ho sempre pensato che l’uomo valga più di ogni altra cosa. Ora si è perso questo, l’aspetto umano, ed a me che sono ‘vintage’ questo non piace. La maglia del Milan è un macigno e per indossarla devi essere uomo prima che calciatore. quando giocavo io erano tutti uomini. A volte, bastava uno sguardo per capirsi, gli uomini erano più grandi dei giocatori. La differenza sta proprio nella mentalità e nel modo di essere, addirittura dopo il primo giorno passato a Milanello avevo la sensazione di essere lì già da una vita”.
Sul ricordo che a lasciato ai tifosi: “Penso di essere ricordato come uomo oltre che calciatore e questo mi fa molto piacere, le persone mi stimano per ciò che sono e per me vale tantissimo. Io mi sento ancora con chi lavora a Milanello e per me questo conta davvero tanto. Tutti sanno l’amore che provo verso quella e se ho avuto una tale carriera, che all’inizio non avrei ami immaginato, lo devo a tutti quanti”.
Sul suo ricordo più bello al Milan: “Sono stati tre anni davvero intensi e belli. Ho avuto l’onore di conoscere una società speciale e di vestire una maglia importantissima. Il mio sogno era quello di terminare la carriera al Milan, ma purtroppo l’anno in cui lasciai fu caratterizzato dai cambiamenti ed i nuovi arrivati non hanno saputo sostituire i senatori, non erano uomini di un certo livello. Personalmente, finché ho potuta dare il massimo sono rimasto al Milan, ma appena mi sono reso conto che potevo essere un peso e di non meritarmi ciò che guadagnavo ho deciso di fare un passo indietro. Non era assolutamente una questione di soldi, umanamente non volevo rovinare tutto ciò che avevo costruito, non rientravo nei piano del mister e mi sono fatto da parte”.
Su quale sia il suo modello di riferimento come allenatore: “La voglia di fare l’allenatore mi è venuta a Benevento, quando mi allenava Bucchi. In quel momento ho appeso gli scarpini al chiodo ed ho iniziato a fare il corso e studiare. Cerco di applicare al meglio tutto ciò che ho appreso dagli allenatori bravi e soprattutto quelli meno bravi. La mia idea di allenatore è essere sempre leale e sincero, senza prendere in giro la gente. Gattuso? Per me è un punto di riferimento e lo sto studiando tanto, poi mi piacciono molto anche allenatori come Inzaghi, De Zerbi, Juric, Gasperini e Conte. Sono tecnici che danno la loro impronta alla squadra e quando la vedi giocare dici ‘Questa è la squadra di x’. Studio molto anche Bielsa, Guardiola e Klopp. Ancelotti? Lui fa parte di un’altra categoria, è un top”.
Di nuovo su Gattuso: “Nella sua carriera da calciatore non gli ha regalato mai nulla nessuno. Per rendere l’idea di che giocatore fosse, col Catania ha giocato una partita col crociato rotto. Con lui sono fondamentali rispetto regole e serietà. Il calciatore sa riconoscere chi non è uomo e chi dice menzogne e Rino è prima di tutto uomo, poi allenatore. Tra noi ci sentiamo spesso per me è come un fratello maggiore”.
Sulla gara tra Milan e Juve di questa sera: “Secondo me il Milan ha finalmente trovato la quadra del cerchio. Pioli è molto bravo ed ha saputo trovare la giusta collocazione ai giocatori. Tatticamente poi sono molto forti e questo si vede. Inoltre hanno davanti un mostro come Ibra che è finalmente rientrato. Se il milan dovesse riuscire a fare risultato il campionato si riaprirebbe. Lo stop forzato ha costretto tutti a ripartire da zero e questo ha favorito la qualità dello spettacolo offerto”.
Sulla possibile anti-Juve per l’anno prossimo: “Vedo bene Napoli ed Inter perché sono società ben strutturate ed hanno allenatori importanti che hanno fame di vittoria. Hanno entrambe un progetto che va avanti da tempo, così come la Lazio. Occhio anche all’Atalanta. Conosco bene Gasperini e per me è una bestia, se corrono così tanto in partita è perché si allenano anche a quei ritmi, ed io l’ho sperimentato in prima persona, se ti alleni a mille poi giochi a mille”.
Sul Milan che verrà: “Purtroppo, a causa dei vari cambiamenti societari, è molto indietro rispetto alla concorrenza. Rangnick? Con l’arrivo di Maldini e Boban mi sono emozionato, oltre ad essere ex giocatori sono molto competenti e soprattutto amano il Milan, il che è fondamentale. Non avere una stabilità società crea degli alibi ai giocatori e questo non va assolutamente bene. Pioli è una persona molto seria e non è facile convivere con certe voci e situazioni, ma purtroppo questo è il calcio. Il milan deve lottare sempre per la Champions. Quando la gente sfida il Milan deve avere paura, così come succedeva quando giocavo io. Vedere il Milan fuori dalle prime posizioni mi rattrista, mi spiace per tutti. Conosco ragazzi che lavorano a Milanello da tempo ed hanno solo foto con trofei in mano, mai con le braccia conserte”.
Infine, sul pronostico per stasera: “Non sono bravo a fare predizioni, spero solo di vedere una bellissima partita e di vivere un gran Milan-Juve. Io stesso pagherei per poterla rigiocare anche solo 5 minuti. Dobbiamo godercela sopratutto in questo periodo difficile, il calcio può aiutare a far pensare ad altro”.
This post was last modified on 7 Luglio 2020 - 20:38