Scaroni: “Giampaolo un errore, ora siamo felici con Pioli. Sulla ripresa…”

Intervenuto durante una conferenza online con Olympialex, portale di diritto sportivo, andata in onda su Zoom e sulla pagina Facebook della piattaforma, il presidente del Milan Paolo Scaroni ha parlato a 360 gradi dell’attualità rossonera e di un’eventuale ripresa del campionato. Ecco le sue parole:

Sul Milan: “Siamo la più giovane in Serie A, la nostra scelta è stata chiara. Abbiamo commesso degli errori, abbiamo cambiato il tecnico ad inizio stagione, probabilmente la scelta di Giampaolo non è stata fortunata. Ora siamo felici con Pioli, per essere degli innovatori bisogna commettere errori. La maggior parte degli errori comunque li abbiamo messi alle spalle, non sono davanti a noi. Vogliamo riportare il Milan dove dovrebbe stare”.

Sul campionato e la ripresa: “La mia posizione è chiara e l’ho espressa anche in Lega: voglio finire il campionato. Siamo qui per giocare, vogliamo giocare e vogliamo arrivare alla fine di questo campionato, è possibile e fattibile. La decisione finale non spetta né alla Lega né ai club, neanche ai giocatori. Prima al virus e poi al governo, devono dire cosa possiamo fare e cosa non possiamo fare. Prima del 18 non possiamo organizzare gli allenamenti dei giocatori a meno che il Governo non cambi idea. E’ impensabile tornare a giocare senza alcune settimane di allenamenti. Poi penseremo a quando si potrà tornare a giocare a porte aperte, dovremo anche pensare agli sponsor, non è una domanda che si pone solo il Milan ma anche gli altri grandi club europei”.

Sul brand Milan: “Si tratta di un brand globale, abbiamo più tifosi di ogni altro club italiano e siamo nella top 5 in Europa anche se non vinciamo da tanto tempo. Ovviamente se continueremo a non vincere i nostri tifosi diventeranno vecchi e quelli giovani sceglieranno altre squadre. In Indonesia, per esempio, abbiamo cinque milioni di fan. Dobbiamo fare bene sul lato sportivo, ma la vera sfida per tutto il calcio europeo è conquistare i nuovi tifosi in luoghi come Pakistan, India, Indonesia e Cina”.

Sul club: “Le partite vengono vinte da giocatori e allenatori, i campionati da tutto il club, compresa la dirigenza. Occorre essere un corporate efficiente per vincere un campionato. Quello che io e soprattutto Gazidis stiamo facendo è costruire un’organizzazione stabile per il Milan, tanti tifosi non capiscono esattamente cosa significhi gestire un club con le regole del Fair Play Finanziario. Non vogliamo essere puniti. Faccio un paragone con la Scala, in cui sono stato nel board per nove anni: le prime donne sono difficili da gestire, i cantanti come i calciatori. Abbiamo membri indipendenti, come me che ad esempio non sono un dipendente di Elliott. Poi abbiamo alcuni milanisti, vogliamo persone che amino il Milan”.

Sul Fair Play Finanziario: “Il modello dell’UEFA, il FFP, è diverso dal meccanismo che si usa in NBA. Se posso fare una critica, oggi cristallizza la situazione. Se in questo momento stai vincendo il tuo futuro è vincente e pieno di sponsor, altrimenti la strada è davvero molto lunga. Il FFP andrà a cambiare, tutto è in evoluzione”

Sullo sviluppo nel Mondo: “Abbiamo centri in Ciad, in Mali, in Pakistan, luoghi in cui mandiamo allenatori per allenare i ragazzi. Per conquistare milioni di tifosi bisogna giocare in orari compatibili con le loro dirette tv”.

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