Pietro Paolo Virdis, ex attaccante rossonero, è intervenuto tramite una diretta Instagram sul canale di Carlo Pellegatti. Queste le sue risposte alle domande:
Sul derby del 24 aprile ’88: “E’ stato un derby dominato, finito 2-0 non si sa perché, forse eravamo troppo superiori, l’abbiamo presa sottogamba e abbiamo sbagliato un sacco di gol. Walter Zenga ha fatto un figurone prendendone solo due. Il mio gol fu sotto la curva, una cosa fantastico. Ci fu superiorità in tutti i settori del campo, la squadra giocava a memoria”.
Su Mark Hateley: “Il rapporto con Mark era ideale, era il centravanti che si sbatteva su tutto il fronte, io mi muovevo lateralmente, libero di potermi muovere. E’ stato il mio compagno ideale insieme a Ruud. Sono stati due compagni ideali, si assomigliano molto nell’approccio”.
Su Liedholm: “Era un uomo davvero fantastico, a volte mi utilizzava per dare una lezione agli altri. Ero quello che rimproverava un po’ di più, perché ero il mio esperto. Magari non lo capivo subito ma col tempo”.
Su Sacchi: “Arrigo veniva dalla provincia dove aveva dimostrato, col Parma ci aveva fatto un gran culo. Al Milan ha portato la sua filosofia, c’era un bel gruppo di calciatori e gli hanno preso altri grandi campioni. Tutto il gruppo gli ha dato fiducia, un po’ di difficoltà iniziale ma ci può stare”.
Sulle parole di Van Basten su Sacchi: “Ci sta, i grandi giocatori ed allenatori sono fatti per contrastare e scatenare il meglio”.
Sul gioco di Sacchi: “Noi attaccanti, vista la qualità dei nostri difensori e centrocampisti, abbiamo sempre anelato ad una pressione più alta, visto che eravamo talmente forte volevamo pressare alti, cosa che ha fatto Guardiola, copiando il calcio di Arrigo e portandolo più in alto. Ad Arrigo piaceva un gioco più creato, noi volevamo l’aggressività, volevamo la preda, il sangue, cosa che ha fatto Guardiola”.
Sull’addio al Milan: “Lo hanno fatto a dire a Berlusconi, è stato buono con me, però qualcun altro poteva dirmelo prima. Mi disturba, sono per i rapporti diretti, avrebbero potuto dirmelo sei mesi prima”.