Il Coronavirus in Italia ormai è una realtà che è entrata nelle nostre vite senza chiedere il permesso, la vita sociale di ognuno di noi sta cambiando. In un momento in cui il panico e la paura la fanno da padroni, il calcio ha il dovere di trasmettere tranquillità al Paese.
Il governo, con un decreto, ha stabilito l’obbligo di porte chiuse per tutti i match di Serie A, il calcio quindi non si fermerà ma continuerà a regalare emozioni.
Tralasciando qualsiasi critica sulla decisione, l’aspetto da analizzare è prettamente sportivo, cosa cambierà per le squadre?
Gli aspetti da considerare sono molteplici ma il fulcro della discussione è sicuramente l’aspetto mentale e l’approccio alla gara. I rossoneri affronteranno il Genoa domenica, a San Siro, ecco quest’ultimo non è più un aspetto che fa la differenza, in fondo si potrebbe giocare anche su un campo di Milanello: l’ingresso in campo e la paura di giocare una partita in uno degli impianti, o forse l’impianto, con più storia a livello calcistico in Italia, sono aspetti che avrebbero fatto sicuramente la differenza a livello mentale.
Il tifo continuo durante i novanta minuti porta la squadra ad avere un carattere diverso in casa, ma soprattutto permette a giocatori con meno personalità di trovarsi a proprio agio e magari strappare applausi con prestazioni importanti. Forse il vero aspetto negativo dell’assenza dei tifosi sarà proprio la solitudine nei momenti di debolezza, sia singoli che collettivi. Proprio in un momento così il leader del gruppo diventa un elemento ancor più indispensabile, sarà compito suo tenere alta l’asticella della tensione e fare in modo che una gara di Serie A non diventi una sessione di allenamento a Milanello.