Erano altri tempi, quelli in cui San Siro era visto da tutti come un fortino inespugnabile. Erano anni in cui i rossoneri, in casa, partivano già con un gol di vantaggio. Undici campioni in campo, 80mila tifosi sugli spalti, chi arrivava a San Siro per affrontare il Milan sperava soprattutto di limitare i danni.
Negli ultimi tempi però le cose sono cambiate: sono anni di ricostruzioni, di cambiamenti, anni senza Europa che hanno fatto sì che lo storico blasone di un club glorioso come quello rossonero si affievolisse sempre più. Negli ultimi tempi, quando il Milan gioca in casa trova davanti a sé squadre che, a prescindere dalla propria posizione in classifica, sanno di poter uscire da San Siro con i tre punti.
C’è un dato che, tuttavia, può far ben sperare all’ambiente rossonero: nella stagione in corso, il Milan non perde una partita in casa dal 3 novembre scorso (2-1 contro la Lazio di Immobile): un’imbattibilità che dura da quasi quattro mesi. Da quel giorno la squadra di Pioli ha totalizzato 4 vittorie e 5 pareggi davanti ai propri tifosi (incluse anche le partite di Coppa Italia).
Si potrebbe partire proprio da questi numeri, allora, per tentare di ricostruire un’idea: San Siro è la casa del Milan, il posto in cui i giocatori rossoneri devono sentirsi al sicuro, pronti a dare tutto, supportati dai tifosi. San Siro deve tornare ad essere quell’ambiente infernale in cui le squadre ospiti non sanno riconoscersi, e in cui ogni certezza degli avversari si perde nel tunnel d’accesso al campo.
Qualche anno fa, Antonio Nocerino disse: “Quando vengono a San Siro devono sapere che San Siro ha i colori rossoneri. San Siro è casa nostra, e nessuno deve venire a comandare a casa nostra”. Ci vorrà del tempo per tornare a vivere certe sensazioni, ma se il Milan vuole tornare grande, allora c’è bisogno che San Siro ricominci a far paura agli avversari. E forse, sotto questo aspetto, i ragazzi di Pioli sono sulla strada giusta.
This post was last modified on 28 Febbraio 2020 - 21:48