Intervistato da gianlucadimarzio.com, l’attaccante del Lecce Gianluca Lapadula ha parlato del suo passato in rossonero: “Un anno prima ero al Teramo, in Serie C, l’estate dopo il mio agente riceveva chiamate dai tanti club che mi volevano comprare. Ero sul punto di andare al Genoa, ma il presidente Sebastiani bloccò tutto: mi ha chiamato Berlusconi ed entro 24 ore ti vuole portare a Milano. Appena ho sentito parlare di Milan, ho accettato senza pensarci un secondo. Con Montella era iniziato un bel percorso, non abbiamo fatto nulla di straordinario ma c’erano le basi per costruire qualcosa di importante. In più, abbiamo vinto la Supercoppa Italiana. Il rigore sbagliato in quella partita? Non la presi bene. Pensavo ai tanti sacrifici che avevamo fatto e al dispiacere che avrei potuto causare ai miei compagni con quell’errore. I ragazzi sono stati bravi, alla fine abbiamo vinto, ma il cuore rimase diviso a metà: un po’ gioivo, un po’ continuavo ad essere triste.”
Poi una battuta sulla ‘maledizione della numero 9’: “La maglia numero 9? Alla maledizione del numero 9 non ci credo, ed è inutile sottolineare quanto pesi quella maglia. Quando giochi per il Milan, la maglia è pesante a prescindere dal numero che hai scelto. Anzi, sono certo di una cosa: se un giorno il Milan mi rivolesse in squadra, pagherei pur di tornare a vestire la 9“.
This post was last modified on 21 Febbraio 2020 - 15:38