Il Milan finalmente a testa alta gioca a calcio; servirà davvero cambiare la prossima stagione?

“Testa alta e giocare a calcio”. Si presentò così Giampaolo quest’estate all’inizio della stagione. Il Milan giampaoliano (passatemi il termine), però, faceva tutto tranne che giocare a calcio, anzi non faceva proprio nulla. A distanza di sette mesi, il motto dell’allenatore abruzzese sembra essersi più o meno avverato: il Milan di Pioli finalmente gioca a calcio. Qualche interprete è cambiato, è arrivato un certo Zlatan, tutto vero. Però alcuni giocatori, che prima sembravano dei simpatici dilettanti della “Corrida”, sono diventati calciatori. Inoltre sono stati valorizzati i nuovi acquisti che stanno ripagando tutta la fiducia a loro concessa. Questo cosa significa? Che Pioli ha avuto il merito di mettere i giocatori nei propri ruoli, lavorando sulla tattica e sulla testa dei ragazzi. Calhanoglu trequartista è una gioia per gli occhi (chi dice il contrario è in malafede), Castillejo esterno è totalmente un altro giocatore, per non parlare poi di Theo, Bennacer e Rebic.. Sono andati via quei giocatori che, vuoi per le difficoltà tattiche, vuoi per la voglia di cambiare aria, non potevano più dare nulla alla causa dei rossoneri. Con ciò non voglio dire che questa rosa sia diventata fenomenale anzi, probabilmente non sarà nemmeno da Champions League, ma di certo non è nemmeno quell’accozzaglia di giocatori vista fino a pochi mesi prima.

E’ da questo equilibrio che il Milan dovrà ripartire la prossima stagione. L’errore più comune in questi anni è stata la fretta di cambiare tutto e tutti: allenatori, giocatori, moduli e società. Ogni anno si è ricominciato sempre da capo, senza dar seguito ad un progetto. Adesso però una flebile luce in fondo a questo maledetto tunnel sembra vedersi. L’allenatore non sarà un top? Non fa niente. Però intanto ha trovato la formula giusta per valorizzare la squadra, i ragazzi lo seguono… sarebbe controproducente mandarlo via per un nuovo allenatore, magari con altre idee da applicare a ai giocatori, richiedendo del tempo e, di conseguenza, ritrovarsi nuovamente punto e a capo. La prossima stagione, salvo ripensamenti di una delle due parti, il Milan avrà un Ibrahimovic in più che anche a 39 anni ha dimostrato, ancora una volta, di essere un campione in campo e fuori.

Quasi sicuramente ci saranno degli addii dolorosi, purtroppo il bilancio pesa e non si può far finta di nulla. Ma la chiave saranno gli innesti che verranno aggiunti per valorizzare questa rosa. Basta con la politica di giovani scommesse dove bisogna pregare che diventino dei top tutti in una volta, in stile Theo o Rebic. Serve gente di qualità, esperienza ma con la fame di nuove sfide, un esempio da affiancare ai vari Bennacer, Gabbia, Leao e gli altri giocatori che decideranno di continuare a contribuire alla causa Milan. Due nomi? Thiago Silva e Modric.. Sognare non costa nulla anche se, vista la situazione contrattuale di questi due signori, la realtà non è nemmeno poi così cara.

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