Dopo quasi sette anni dalla sua partenza alla volta di Parigi, il Milan è pronto a riabbracciare Zlatan Ibrahimovic. Il Sole 24 Ore ha fatto il punto sulla strategia economica che il Milan potrebbe adottare per risparmiare una cifra notevole sulle imposte dell’importante ingaggio dello svedese.
Ibra non potrà approfittare del bonus per i neo residenti in Italia, che è applicabile soltanto per chi detiene la residenza fiscale all’estero per 9 anni su 10 prima del trasferimento in Italia. L’asso svedese potrebbe però beneficiare della misura riservata agli impatriati, cioè coloro che rientrano nel nostro paese dopo due anni di residenza all’estero. Tutto ciò permette un abbattimento del 50% , ma vanno soddisfatte altre due strategie. La prima è svolgere la propria professione prevalentemente in Italia e ancora più importante mantenere la residenza per due anni. Ecco che da qui nascono i problemi. Il Milan e il calciatore hanno sottoscritto un accordo per sei mesi di contratto 3.5 milioni che salirebbero a 4 con i bonus, estendibile di ulteriori dodici mesi. Anche se la scadenza fosse spostata dal 30 giugno 2020 al 30 giugno 2021 non farebbe sì che Ibrahimovic resti in Italia per i 24 mesi necessari per applicare la sopracitata agevolazione.
Proprio per questo, il Milan starebbe pensando di cautelarsi con l’idea di far firmare lo svedese dal 1 luglio 2021 al 30 giugno 2022 con un ruolo differente, come dirigente o ambasciatore. Se ciò accadesse il requisito della permanenza verrebbe soddisfatto, andando ulteriormente ad abbassare il costo dell’operazione, in quanto lo stipendio del classe ’81 da dirigente sarebbe inferiore a quello percepito da calciatore, per un risparmio complessivo di 12 milioni rispetto a ventiquattro mesi da calciatore con regime fiscale ordinario.
This post was last modified on 29 Dicembre 2019 - 17:29