Facile dirlo dopo, ma da quella cena all’Angolo di casa in viale Piave, sembra davvero essere cambiato un po’ tutto. Era il 27 novembre, poco più di una decina di giorni fa, il pareggio di Napoli abbastanza fresco e il trittico emiliano pronto ad incombere. Stefano Pioli opta per la cena di gruppo, un intermezzo apparentemente futile eppure così determinante per l’economia di una squadra attorno alla quale, da allora, non escono più spifferi. Sarà per le vittorie arrivate successivamente, sarà per il “caso Ibra” che ha letteralmente monopolizzato il mercato in chiave rossonera, fatto sta che in dieci giorni la barra sta effettivamente cominciando a raddrizzarsi. Dal cinismo latente del Tardini con il fortunoso gol di Theo Hernandez a decidere la contesa, alla trasferta del Dall’Ara ben più ricca di spunti: ottimo Bennacer, conferme fra Theo e il redivivo Conti. Ma la vera notizia è il ritorno di Kris Piatek, nell’inedita (ma agognata) versione di attaccante a tutto campo.
Fondamentali, inutile nasconderlo, le continue coccole verbali di Pioli che ha sempre avuto una parola buona per il suo “puntero” anche nel momento più difficile per lui, incapace di gestire il “vuoto” dopo la grande, irripetibile prolificità della scorsa stagione. E allora, Ibra sì o no, ben venga quest’albore di rinascita del “Pistolero” non tanto per il rigore trasformato quanto per il processo di globalizzazione all’interno della squadra che sta cominciando a dare i suoi frutti. «Giocare di gruppo è la cosa più importante – le parole del polacco a fine partita –. Non lo so se ci siamo anche noi per l’Europa. Noi pensiamo che la prossima partita sia la più importante. Io adesso sto bene fisicamente e questo è ideale per me. Proprio dal punto di vista fisico ho sofferto tanto nei primi mesi di stagione». E non solo sotto quell’aspetto, ad essere sinceri. Ma ormai sembra acqua passata.
Chi non aveva proprio più il coraggio di scendere in campo dopo la famigerata debacle di San Siro contro la Fiorentina era Ismael Bennacer. Inizialmente oggetto misterioso, fortemente voluto (così si diceva) da Giampaolo, avrebbe dovuto fin da subito scalzare la titolarità a Biglia. E invece, per poco, il Meazza non se lo inghiottiva. Anche qui una necessaria gestazione, qualche cantonata, quindi la redenzione ed una crescita costante: «Abbiamo vinto due partite giocando bene. Ma dobbiamo già pensare alla prossima gara. Stiamo acquisendo fiducia partita dopo partita, anche grazie al mister che aiuta molto la squadra e questo è importante. Ibrahimovic? È un grande giocatore, sarebbe un bene avere uno come lui in squadra». Tre mosse in una sola dichiarazione: la fiducia che aumenta, l’importanza di Pioli, l’attesa per Ibra. Il futuro prossimo del Milan sta tutto qui.
Da SportMediaset