Jesus Suso si racconta a 360 gradi in una lunga intervista al settimanale Sportweek, alla vigilia di Juventus-Milan: “Sappiamo di dover dare di più per il Milan, per la sua storia e per i suoi tifosi – spiega lo spagnolo -. Stiamo attraversando un momento negativo, ne siamo consapevoli ma lavoriamo duramente ogni giorno per cercare di uscirne. Siamo il Milan e la mediocrità in un club come questo non può essere accettata”.
Sul piano personale: “Sono il primo a non essere soddisfatto delle mie prestazioni, ma non è una questione di pressione o di critiche. I tifosi hanno diritto di criticare. È un momento in cui non riesco a esprimermi ai miei livelli ma sono sicuro che presto tornerete a vedere il miglior Suso. Fidatevi”. E ancora: “Se mi chiedono: “vuoi prenderti responsabilità?”, io rispondo di sì. Credo di aver fatto molto bene anche in situazioni di difficoltà della squadra, ma ripeto: so che queste prime giornate di campionato non sono state positive né per me, né per tutto il Milan“.
Sempre sulla sua crescita: “Si può sempre migliorare. A volte dipende dall’annata. E’ vero anche che in questi ultimi tempi abbiamo avuto cambi societari che hanno inciso a livello mentale, ma adesso con Elliott siamo tranquilli. Perciò sono sicuro che possiamo fare bene: abbiamo tutte le caratteristiche per riuscirci. A volte, è semplicemente una questione di tempo, anche se nelle grandi squadre non ce n’è mai. Ma siamo sulla strada giusta e con il nuovo allenatore le cose andranno meglio. L’anno scorso siamo arrivati a un punto dalla Champions, non si può dire che abbiamo fatto male. In questa stagione abbiamo cominciato male, ma c’è tempo per recuperare”.
Sul futuro: “A me piace tanto stare qua. Potevo andar via per due anni di fila, e non l’ho fatto. Sono rimasto qui perché così volevo. Io sono costato zero: per essere costato niente, credo che il mio rendimento al Milan sia stato buono. Quindi, se mi chiedi se sono contento di quel che ho dato, ti rispondo: sì, molto”.
Sulla posizione in campo: “Fino alla prima partita di campionato, a Udine, per tutti potevo giocare trequartista. Dicevano che Giampaolo mi aveva trasformato, che stavo dimostrando di poter fare quel ruolo. Poi è bastata una partita fatta male, una sconfitta, ed è venuto tutto giù. Perché? Ah, io non lo so. Sarà stato per motivi tattici o psicologici. Ma non da parte mia. In quella posizione, al centro dietro le punte, io posso stare. Ovviamente mi piace più stare a destra, ma non ho nessun problema a giocare dentro al campo. A chi mi dice che uso solo il sinistro ricordo il cross di destro per Calhanoglu contro il Brescia e il gol nel derby di tre anni fa, con doppio dribbling su Miranda in area e destro a incrociare sul palo lontano“.
Poi una rivelazione sul suo calo di rendimento: “A novembre-dicembre inizio a soffrire di pubalgia. Quest’anno ho cominciato a sentire male all’adduttore già a settembre, contro la Lazio non ho giocato per lo stesso motivo. È un problema che mi si ripresenta ogni anno e che non si riesce a risolvere”.
Infine l’appello: “Ai tifosi dico di continuare ad avere pazienza, sostenendo la squadra. So che non è facile, ma noi riusciremo a invertire la tendenza. Chiedo loro di fidarsi di me. Gioco nel Milan e tifo Milan. Fino all’ultimo giorno darò tutto”.