Piatek: “Sto cercando di capire i miei errori, sono all’inizio della mia carriera e quando cambierò squadra…”

Il centravanti rossonero Piatek, in una lunga intervista su TVP Sport, ha parlato del suo momento al Milan. Di seguito le sue

Sul trasferimento al Milan: “È successo così in fretta che non mi sono nemmeno chiesto quanto fosse importante quello che mi stava succedendo. Ero concentrato sul lavoro. Nel calcio devi sempre stabilire nuovi obiettivi e traguardi. Ora ho un valore di 38 milioni di euro e voglio fare di tutto per valerne 60-70 la prossima volta che cambio club. Bisogna essere ambiziosi e mi impegnerò per il mio obiettivo e la mia carriera. Sono solo all’inizio della mia carriera, questa è la mia seconda stagione in Serie A, uno dei primi cinque campionati europei”.

Sui tifosi del Milan: “Sono rimasto scioccato. Sono venuto in un club che ha avuto molti attaccanti importanti. Sono uscito in campo prima della prima partita contro il Napoli. Indossavo le cuffie, ma sentivo perfettamente quando l’intero stadio ha iniziato a cantare il mio nome. Dopotutto, ero un nuovo giocatore ed ero trattato come se avessi giocato per anni. Sono stato acclamato fin da subito, non ho dovuto fare nulla di particolare per conquistarli”.

Sulla popolarità: “Prendiamo d’esempio il mio profilo Instagram. Quando lasciai la Polonia, avevo cinquemila followers. Ora ne ho un milione e mezzo. La popolarità è diventata enorme, ma la cosa più importante resta il calcio. Rimango con i piedi per terra, questo sempre. Apprezzo ogni tifoso che vuole fare una foto con me. A volte però la gente mi avvicina anche quando sono in giro con mia moglie e voglio stare un po’ solo con lei”.

Sul momento al Milan: “Mi guardo allo specchio, mi guardo dentro e cerco sempre di capire i miei errori. C’erano troppe turbolenze nel club, i giocatori questo lo sentono. All’inizio, come squadra, non abbiamo creato opportunità e l’attaccante vive di questo. Ora stiamo migliorando ed è solo una questione di tempo prima che io torni a sparare di nuovo, posso farcela. Per i giornalisti italiani un giorno sei il papa del calcio e un altro il peggior giocatore. Ma lo accetto lo stesso. Però nessuna di queste persone si è messa nei miei panni, ma comunque le copertine dei giornali non mi toccano”.