Il Milan sarebbe in crisi di identità, non solo dal punto di vista tecnico ma anche finanziario. Il club di Via Aldo Rossi in caso di mancata qualificazione europea perderebbe ben 50 milioni di euro, in caso di accesso all’Europa League il rosso sarebbe minimo tra i 15 e i 20 milioni. Insomma la situazione rossonera non sarebbe per nulla rosa e fiori, anzi rischierebbe di peggiorare e il fondo Elliott, che ha già investito più di 340 milioni di euro, per risanare, rilanciare il club ad alti palcoscenici e per successivamente rivenderlo ad una cifra più alta, rischierebbe solo di perderci a livello economico.
FATTURATO PEGGIORATO
L’ultima stagione in cui il Milan riuscì a giocarsi la Champions League era il 2013/2014. In quell’anno il fatturato rossonero (250 milioni) godeva di una seconda posizione dietro o quasi pari alla Juventus (280). L’Inter militava addirtitra molto dietro con soli (170). Dal 2018/2019, la svolta in negativo del club rossonero, fermo a 228 milioni. I nerazzurri sono saluti al secondo posto con ben 377. I bianconeri primi con una cifra superiore ai 490 milioni. Servirebbe un cambio di marcia, che in questo momento potrebbe arrivare solo dal campo.
REBIC SEMPRE PIÙ UN CASO
André Silva non avrebbe convinto, dunque, in questa ultima sessione estiva di mercato, viene proposto lo scambio con Ante Rebic dell’Eintracht Francoforte (prestito biennale con riscatto a 25 milioni per entrambi), niente da fare. Il Milan sbaglia pure questo colpo. Il croato non è ancora entrato al centro del progetto e le sue ultime prestazioni non avrebbero dato garanzie, destino inverso per il portoghese, che con la maglia tedesca sta facendo molto bene, sia a livello di goal, sia a livello prestazionale. Sono 127 i minuti disputati dall’ex Verona e Fiorentina, 5 le presenze (0 da titolare), 0 reti e 0 assist, quasi nullo. L’ex Porto, invece, ha collezionato ben 370 minuti, segnando 3 goal, sfornando un assist, disputando 5 partite (4 con la maglia titolare).