I limiti degli esoneri precoci. Cosa può aiutare ora Pioli?

Sebbene il cambio di allenatore fosse necessario ed inevitabile, ad oggi di benefici concreti se ne vedono poco, mentre forse era lecito attendersi un rendimento migliore di quello ottenuto dopo l’avvicendamento della guida tecnica. Al di là del calendario e qualche acciacco fisico, purtroppo la cura Pioli pare non dare ancora frutti.

Al contrario del suo predecessore ha cambiato diverse formazioni, sperimentando diverse soluzioni. I nuovi acquisti con la nuova gestione li abbiamo visti tutti nel bene e nel male. Conferme da Theo Hernandez in positivo, alti e bassi per Bennacer, sprazzi interessanti di Krunic, malino Duarte e Rebic, mentre preoccupante l’involuzione di Leao.

Coraggiose le scelte di far sedere in panchina Piatek e Suso, i quali in entrambi i casi hanno poi segnato subentrando. Non si può dire che Pioli non le stia tentando un po’ tutte. Le letture a gara in corso sono piuttosto corrette o quantomeno hanno una direzione sempre precisa, ovvero provare a vincere, rischiando talvolta,come contro la Lazio domenica scorsa, togliendo un centrocampista per un attaccante.

L’impressione è che serva quella pazienza che l’ambiente e la classifica non concederebbero, ma che pare essere l’unica via con un gruppo forse troppo giovane e scostante. Da due giornate il più ‘anziano’ in campo è Calhanoglu che è un 1994. L’età non può diventare un alibi, però inizia ad aver un gioco sulle ansie e poche sicurezze dei giocatori.

Pensare tuttavia che bastasse un normalizzatore per superare d’incanto il momento negativo era forse utopico. Ci vorrà tempo nostro malgrado e un impegno più continuo da parte di tutti. La tenuta mentale delle prossime due gare, molto complesse, ci dirà qualcosa di più.

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