Franck l’indispensabile in una parabola tristemente discendente

Franck Kessie sta completando il disegno di una pericolosa parabola discendente nella sua storia al Milan. Prima giocatore di quantità, silenzioso, umile e all’angolo: chiamato in causa sempre, ma comunque consapevole di limiti di natura qualitativa. Inevitabile poi il salto di qualità, richiesto, cercato e anche conseguito. Quella conclusa è stata la sua miglior stagione al Milan, al fianco di Bakayoko, una certezza indispensabile quanto costante. Fisico, muscoli e velocità: un muro per la difesa, una spinta potente per l’attacco. Sul trampolino di lancio targato Bakayoko, Kessie – almeno sul campo – non ha mai sfigurato o deluso le aspettative.

Fuori dal campo non è andata proprio così. Dopo il litigio con Biglia in panchina e il (scherzoso, ma non troppo) siparietto con la maglia di Acerbi, Kessie è uscito allo scoperto. Una personalità fin lì rinchiusa, sbocciata quando il Milan ne aveva meno bisogno. In estate, di diritto dietro la lavagna e sul mercato, ad un passo – poi rivelatosi falso – dal Wolverhampton. Nessun biglietto sola andata, Kessie è rimasto al Milan anche e sopratutto a causa della partenza del collega Bakayoko, al quale non sono stati perdonati ritardi mal giustificati. I muscoli del centrocampo, prima di Giampaolo, ora di Pioli, sono adesso i suoi, un peso che non sempre Franck riesce a sopportare. Si tratta quindi di una pedina indispensabile per la miscela perfetta, vista e considerata l’alta percentuale di qualità nei piedi di Paquetà e Bennacer. Si sa, la qualità va a braccetto con la quantità, necessaria ma non così comune.

Kessie però non si è mai spostato dalla casella dei possibili partenti in casa Milan: allora ecco che tornano cifre e direzioni, mentre gennaio e il mercato di riparazione si avvicinano. Difficile pensare ad un Milan senza Kessie, come quello visto allo Stadium. Anche dopo un’esclusione dalla lista dei convocati per motivi tecnici che tradotto o interpretato significa motivi disciplinari, scarso impegno oltre che possibili screzi con società e/o allenatore. A Torino, il miglior Milan della stagione: con pochi dubbi, sul campo, i rossoneri hanno dimostrato di non essere Kessie-dipendenti ma la mancanza si è sentita. Dall’altra, ogni entrata pecuniaria sarebbe oro colato per il Milan e sulla base di problematiche con l’ambiente sullo sfondo, la valigia di Franck potrebbe presto finire fuori dai cancelli di Milanello. Un bilancio di pro e contro che si spera possa non condurre al vuoto lasciato in mezzo al campo da Baka, il primo della classe di una stagione in cui i rossoneri hanno sfiorato la Champions. Ora l’Europa è un miraggio, il mercato in entrata una speranza. Quello in uscita, una possibile condanna.

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