La sconfitta di domenica sera contro la Lazio a San Siro ha confermato le enormi lacune di una squadra che fatica a trovare la luce. Carente gioco di squadra, madornali errori dei singoli e un atteggiamento generale che dimostra quanto lavoro ci sia ancora da fare nella testa dei giocatori. Senza fare di tutta l’erba un fascio, ci sono però alcune note positive da non sottovalutare. Una di queste è il duo Bennacer-Krunic, già ben collaudato nel precedente trascorso ad Empoli e – ora più che mai – possibile arma in più di un Milan ancora alla ricerca di certezze da cui (ri)partire.
CLASSE E DINAMISMO – Questi due aggettivi descrivono alla perfezione la prestazione di Bennacer contro la Lazio, metronomo in mezzo al campo e recupera palloni d’eccezione. Dopo qualche minuto iniziale di incertezza, il centrocampista algerino ha deciso di scendere in cattedra e dimostrare il proprio valore. Messo in mezzo al campo a dirigere la manovra rossonera, l’ex Empoli non ha deluso, verticalizzando la palla, velocizzando il gioco e impensierendo la difesa biancoceleste in diverse occasioni. Va poi aggiunto l’importantissimo lavoro fatto in fase di ripiego, condito dai tanti palloni recuperati per favorire le ripartenze e soprattutto dall’aiuto ai compagni momentaneamente fuori posizione. Se le prime uscite dell’algerino avevano convinto poco (tanto da essergli preferito Biglia), ora Bennacer sembra pronto a prendersi definitivamente la maglia da titolare.
BUONA LA PRIMA – Dopo la (buonissima) prestazione di Rade Krunic contro la Lazio, la domanda sorge spontanea: come mai non gli è stata data un’occasione prima? L’ex Empoli – alla prima da titolare – ha dimostrato di poter dire la sua in questo Milan. Inserito nel binario di sinistra (al posto del poco convincente Kessié), la sua presenza in mezzo al campo è stata ingombrante ed efficace. Il bosniaco si è praticamente incollato a Milinkovic-Savic, applicando una marcatura ad uomo degna del suo nome e annullando il serbo, punta di diamante dell’ottimo centrocampo laziale. Pioli gli ha poi concesso molte libertà, facendolo avanzare appena possibile per garantire più sbocchi alla (lenta) manovra offensiva rossonera. Se le premesse sono queste, il bosniaco ha già fatto intendere che il ruolo da comprimario gli sta stretto, e sembra pronto a farsi spazio tra le gerarchie di Pioli.