In attesa dei punti che contano, Pioli disegna il suo Milan: maestro di ordine e prospettiva

Parlare di bilancio positivo con 14 punti in 13 giornate sembra utopia, ma il Milan sta vivendo un momento di passaggio, in cui il passo in avanti è ormai più che evidente. Il gioco, la compattezza del gruppo e lo spirito di squadra stanno spuntando piano piano. Spesso dopo passi falsi, gare perse dopo una buona prestazione, ballottaggi che ora non risultano più tali. La squadra di Pioli sta venendo fuori partendo dal basso senza troppe pretese, ma come spesso ricorda il mister il calendario segna ormai il mese di dicembre; tradotto: mercato di riparazione con mezza stagione ormai alle spalle. Per questo, dopo 13 giornate il bilancio rossonero non è positivo, ma è innegabile attribuire meriti al nuovo mister.

Oltre alla classifica appesa a Milanello, il tecnico ha portato concetti chiari e ben definiti. Uno scudo alla squadra solo quando serve, critiche quando necessario e uno spirito poco drammatico e sempre indirizzato verso il lavoro che porta risultati. Non ultimo, l’episodio dei cellulari nello spogliatoio, immagini dall’impatto mediatico significativo che il mister ha gestito con professionalità e serietà. Dalla parte dei giocatori solo quando necessario, mai quando conviene. Leao non in forma, Kessie escluso dalla lista dei convocati, Piatek solo uomo d’area: il tecnico rossonero risponde sempre da tecnico, che mette la faccia e il nome davanti a tutti. Sempre e comunque, con modalità e tempistiche mai banali.

Tra le migliorie condotte al Milan, Pioli vanta anche il disegno di una squadra ormai definita e definitiva. Squadra A e squadra B, con un ordine preciso e delineato. Un giro di valzer iniziale necessario per disegnare e definire la colonna vertebrale di una squadra in costruzione, che a dicembre ha finalmente trovato la dimensione, anche senza troppi punti sul campo. Momenti necessari per una squadra che è partita senza una vera identità, in attesa del salto di qualità oltre al salto in classifica, immediato quanto necessario. Analizzando il Milan di oggi, è possibile disegnare la squadra titolare, senza dubbi o incertezze. Provato Duarte, Musacchio ha prontamente risposto presente come compagno di Romagnoli. Conti sembra ormai aver ritrovato quella lucidità persa anche e sopratutto a causa dell’infortunio della passata stagione, con Calabria come alternativa a gara in corso. A centrocampo, tanti nomi ma una gerarchia ormai delineata. Bennacer il regista, Krunic in uno stato di forma esilarante completa la linea della mediana con Paquetà. Davanti, Leao è la riserva del pistolero Piatek con Suso che rappresenta la certezza, in un momento tra alti e bassi. Il vero ballottaggio in casa Milan è dunque – e unicamente – rappresentato dalla scelta tra Bonaventura e Calhanoglu, entrambi in un momento d’oro per prestazioni, reti e ritorni da protagonisti tra i titolari. Allora ecco che da un punto di domanda generale si passa alla scelta di una o due pedine per completare la squadra che in prima linea meglio rappresenta la società, tifosi e tutto il mondo rossonero.

In attesa dei punti che pesano in classifica, il Milan targato Pioli prende la forma desiderata. Sullo sfondo, un mercato di riparazione che potrebbe colmare le mancanze e aggiungere innesti per lo sprint finale. Senza troppe parole, con l’ordine corretto Pioli si è preso il Milan.

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