L’esonero di Giampaolo segna un primo fallimento di Paolo Maldini da direttore sportivo del Milan. Che poi sia direttamente responsabilità sua, di Maldini, nessuno potrà mai dirlo. Ma in primis sua, seppur condivisa, è stata la scelta dell’ex tecnico della Samp e a lui, di conseguenza, vanno attribuite almeno una parte delle colpe di un inizio di stagione tanto insufficiente.
La scelta di Luciano Spalletti come erede del poco longevo Giampaolo segna, invece, la “presa di potere” di Zvonimir Boban. È il croato ad avere deciso di puntare sul tecnico toscano, ancorché sotto contratto con l’Inter. E proprio il fatto che l’opzione Spalletti sottendesse questo nodo ulteriore da sciogliere (la risoluzione con l’Inter), fa capire la convinzione di Boban nel puntare su di lui. Il profilo di Spalletti è molto più vicino al pensiero del croato che a quello di Maldini. Per curriculum e tipo di personalità. Zvonimir ha deciso di cambiare rotta: dalla scommessa alla certezza, dalle idee al pragmatismo, dalla storia bella alla storia nota. Passare da Giampaolo a Spalletti vuol dire cambiare radicalmente rotta.
Da oggi in poi sarà un nuovo Milan. Non solo dal punto di vista della guida tecnica, quella sarà ufficializzata presto, ma anche da quello dei poteri interni. Spalletti in panchina significa che Boban ha dettato la sua linea e da oggi quella andrà seguita. E Maldini, ancora una volta, passerà al secondo posto.